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Recensione: HANS-JOACHIM KRAUS, Psalmen, 1. Teiband: Psalmen 1-59; 2. Teilband: Psalmen 60-150; ID., Theologie der Psalmen

 
 
 
Foto Herman Z.I. , Recensione: HANS-JOACHIM KRAUS, Psalmen, 1. Teiband: Psalmen 1-59; 2. Teilband: Psalmen 60-150; ID., Theologie der Psalmen , in Antonianum, 59/1-2 (1984) p. 308-310 .

La quinta « grundlegend iiberarbeitete und verànderte Auflage » di quest'ormai classico commentario (la 1. ed. uscì nel lontano 1960), si pre­senta rifatta soprattutto nell'Introduzione (pp. 1-128). Vi si trovano ora riuniti i quattro excursus (Die Kulttradition Israels; Die Verherrlichung der Gottesstadt; Die Armen; Die Feinde) e alcune nuove voci, in primo luogo il § 6: « Die Formgruppen und ihr "Sitz im Leben" » (pp. 36-68), in cui il Kraus divide il salterio secondo sei possibili parti: Loblieder, Ge-betslieder, Konigslieder, Zionlieder, Lehrdiehtungen, Festpsalmen und Liturgien. L'A. accetta in grandi linee l'intuizione gunkeliana che ha in­dicato la strada « zu einer behutsamen Korrelation zwischen formal-literarischen Gestalt der Psalmen und dem moglicherweise zugrunde liegenden Kultus » (p. 42), anche se alla fine vi pone la riserva di fondo: « Wir wissen immer noch viel zu wenig von den Festen Israels und ihrem Ablauf, uni klare Auskunft geben zu kònnen. Liturgien kennen wir nur in Ausschnitten oder Zusammenstellungen einer Auswahl. Alle Erklàru-ngen tragen die Signatur der Hypothese » (p. 68). Con questa constata­zione il Kraus prende debite distanze sia da Gunkel che da Mowinckel.

Nella nuova edizione molti dettagli sono stati ritoccati e l'esegesi dei singoli salmi in non pochi casi è stata ampliata (rispetto alla 1. ed., la presente ha quasi 200 pp. in più). Tuttavia, grosso modo, la sostanza ri­mane la stessa. Ed è giusto così, perché la scelta di fondo in questi ventan­ni trascorsi dalla 1. ed. si è rivelata indovinata e originale. Forse il com­pianto M. Dahood avrebbe di nuovo osservato (come nella recensione della

1. ed. su Biblica 1961) che il Kraus tiene in poco conto nell'interpretazione i dati ugaritici. La bibliografia presa in considerazione arriva al 1976, però non vi si trovano importanti lavori di J. Becker né i commentari di Castellino, Dahood e Beaucamp.

Un vero dato nuovo si riscontra nel volume Theologie der Psalmen, che è da considerarsi supplementare ai primi due, non solo perché inse­rito nella stessa collana, ma anzitutto perché serve da esauriente introdu­zione ai volumi esegetici  del  commentario.   Infatti,  come  riconosce  lo stesso Kraus nel Vorwort (p. 5), « die als Band XV/3 hier erscheinende Theologie der Psalmen  solite  ursprunglich   ...  im  Band XV/1   gebracht werden. Doch dami wuchs dieses Opus an Umfang so sehr an, daB cine neue Disposition getroffen werden mufite ». L'A. considera questo volume come una teologia dell'AT « in nuce ..., bezogen auf den alttestamentlichen Gottesdienst, auf das Erscheinen Israel vor seinem Gott » (p. 5). Non solo, ma con la Theologie der Psalmen si vorrebbe elaborare, partendo dal commento esegetico dei singoli salmi nei primi due volumi, una più ampia prospettiva biblico-teologica « im Zusammenhang der beiden Testamente » (p. 5), una prospettiva che esce fuori con maggior forza nell'ultimo capi­tolo, intitolato appunto « Die Psalmen im Neuen Testament » (pp. 223-257), benché qua e là sia presente anche nel resto del libro. I primi sei capitoli vogliono essere invece una specie di sintesi teologico-antropologiica del salterio, costruita in base a temi più salienti: il Dio d'Israele, il popolo di Dio, il santuario e la liturgia, il re, le potenze nemiche, l'uomo davanti a Dio. Comparando la Theologie der Psalmen con l'ampia Einleitung del commentario, potrebbe sembrare a prima vista che in quest'ultima si trovi già in maniera non sistematica il contenuto-base della Theologie, eccetto l'ultimo capitolo sui salmi nel NT. Invece non è così. La Theologie non è solo una presentazione sistematica dei frammenti già detti prece­dentemente, ma un approccio nuovo del problema, di modo che il com­mentario e la Theologie fanno parte ormai di un insieme compatto, come a suo tempo fu il caso dell''Einleitung e degli Psalmen di H. Gunkel.

Sulla scia degli altri volumi del Biblischer Kommentar, anche in que­sti tre di Kraus l'apparato critico non si trova a pie' di pagina, ma viene inserito nel testo stesso. Avviene così che in quasi ogni riga il lettore s'imbatte in una indicazione bibliografica che appesantisce la lettura e rende nervoso il discorso. Si vede che le esigenze tipografiche hanno or­mai preso il sopravvento sull'interesse dei lettori.

I tre volumi sono completati da due indici, uno delle citazioni bibli­che e l'altro del contenuto. Sarebbe auspicabile, visto che manca anche una bibliografia finale, aggiungervi l'indice degli autori, che metterebbe subito in evidenza la precisa fisionomia degli interlocutori dell'Autore. Con spiccato umorismo anglo-sassone osservava recentemente il recenso­re di un commentario: « If authors and publishers could aver agree on a "Ten Commandments for Biblical Commentaries", they should certainly include "In thy commentary thou shalt always include indices" » (JBL 102, 1983, 459). Intanto, l'impressione generale per quanto concerne la bi­bliografia, soprattuto dei due volumi esegetici, è che il Kraus non nutre molta fiducia nei contributi recenti.

Inutile concludere che questo commentario, completato ora dalla Theologie der Psalmen, rimarrà nel suo campo ancora per lungo tempo il punto di riferimento obbligato.