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Rivista Antonianum
Informazione sulla pubblicazione

 
 
 
 
Foto Battaglia Vincenzo , Libri nostri: Introduzione dell'Autore. Gesù Cristo Luce del Mondo. Manuale di cristologia., in Antonianum, 82/2 (2007) p. 610-617 .

1. «Gesù Cristo luce del mondo»: il senso di un titolo

«La luce delle genti è Cristo; e questo santo sinodo, riunito nello Spirito Santo, desidera ardentemente illuminare tutti gli uomini con la luce di Cristo che si riflette sul volto della Chiesa, annunciando il Vangelo ad ogni creatura (cf. Mc 16,15)».

Le parole che introducono la costituzione dogmatica sulla Chiesa promulgata dal Concilio Vaticano II hanno ispirato la scelta del titolo dato al manuale di cristologia che presento alla cortese attenzione dei lettori e, specialmente, degli studenti per i quali l’ho pensato e composto.

Scrivere un manuale di cristologia ad oltre quarant’anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II ha comportato, innanzitutto, il compito di inserire la trattazione nel solco dei nuovi orientamenti, metodologici e dottrinali, che il Concilio ha dato agli studi teologici. Nello stesso tempo, vista la finalità didattica e pedagogica del volume, ho inteso aiutare gli studenti a scoprire l’importanza di quell’avvenimento, che ha segnato una svolta epocale nella storia della Chiesa contemporanea. L’invito, allora, è di continuare a recepire, e a mettere in pratica, la lezione del Concilio: a tale riguardo, come insegna il Santo Padre Benedetto XVI, è necessario adottare, per una giusta interpretazione,

«l’“ermeneutica della riforma”, del rinnovamento, nella continuità dell’unico soggetto-Chiesa, che il Signore ci ha donato; è un soggetto che cresce nel tempo e si sviluppa, rimanendo però sempre lo stesso, unico soggetto del Popolo di Dio in cammino»

Impegnata nel rinnovamento richiesto dal Concilio Vaticano II per svolgere sempre più efficacemente la sua missione nel mondo, in conformità al disegno salvifico universale del Padre, la Chiesa è chiamata ogni giorno a vivere, nella fedeltà, l’unione amorosa e sponsale con il suo Signore Gesù Cristo, resa consapevole che «a questa unione con Cristo luce del mondo sono chiamati tutti gli uomini: da lui siamo, per lui viviamo, verso lui tendiamo». Perciò deve lasciarsi guidare e santificare incessantemente dallo Spirito Santo, il quale «con la forza del Vangelo fa ringiovanire la chiesa, la rinnova continuamente e la conduce all’unione perfetta col suo Sposo.

Preso atto di questa finalità che è insieme intellettuale, spirituale e pastorale, il percorso di studio sviluppato con questo manuale vuole condurre a volgere sempre più lo sguardo della mente e del cuore verso il Signore Gesù  «Luce del mondo», con una sensibilità contemplativa animata dal desiderio di acquisire, da parte dello Spirito Santo, il dono della sapienza cristiana, vivendo «in doctrina et sanctitate». Lo sguardo, così illuminato, diventa capace di indirizzare i passi nella direzione giusta, quella coincidente con la sequela fedele e amorosa del Signore Gesù, facendo tesoro delle sue parole:

«Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12).

2. Caratteristiche e obiettivi del manuale

1. Il manuale è stato progettato e realizzato soprattutto per quegli studenti che si accostano per la prima volta allo studio della cristologia sistematica.  Il testo ha preso forma gradualmente, nel corso di oltre venticinque anni dedicati alla ricerca e all’insegnamento. Così, sulla base di una lunga esperienza - e avendo avuto modo di esaminare molti manuali di cristologia - ho deciso di organizzare l’esposizione mirando a tre obiettivi principali.

Il primo obiettivo è quello di introdurre e di orientare gli studenti nella pratica della metodologia: una metodologia che aiuti a impostare in modo corretto lo studio e che, al contempo, faccia acquisire una visione interdisciplinare della cristologia che, per la sua centralità, svolge una funzione unificatrice nel panorama delle discipline teologiche.

Il secondo obiettivo risponde all’esigenza di presentare i temi fondamentali che appartengono all’elaborazione sistematica del discorso cristologico. A tale riguardo, però, la trattazione non ha - né potrebbe averlo - il carattere di una completezza materiale. Da parte mia intendo soprattutto indirizzare gli studenti verso la conoscenza dei temi dottrinali essenziali, specialmente per quanto attiene al rapporto tra la cristologia e le altre discipline dell’area sistematica previste da un programma che, come quello del primo ciclo teologico, mira ad offrire una formazione globale e integrale costruita sull’interazione armonica tra auditus fidei, intellectus fidei ed experientia fidei

Di conseguenza, ho ritenuto indispensabile delineare, nella terza parte, alcune piste di ricerca per l’approfondimento del rapporto tra l’attività intellettuale e l’esperienza spirituale. Oltre a dare un’idea precisa della correlazione esistente tra auditus fidei, intellectus fidei ed experientia fidei - che sono le componenti imprescindibili del metodo teologico - la trattazione appartiene a pieno titolo al profilo pedagogico di un curricolo accademico. In modo specifico, questa trattazione caratterizza la scuola francescana e il progetto formativo della Pontificia Università Antonianum, secondo la migliore tradizione avviata dai grandi maestri francescani, che hanno inteso restare fedeli all’insegnamento e all’esempio di Francesco d’Assisi.

2. Il manuale è uno strumento e, al contempo, una guida per lo studio. Pertanto, deve essere integrato sia dalle lezioni tenute dal docente, sia dal lavoro personale dello studente. In particolare, la conoscenza delle fonti rappresenta un’esigenza imprescindibile del programma accademico: per questo ho inserito nel testo molti brani - desunti dalla Sacra Scrittura, dai documenti relativi alla formazione del dogma cristologico durante l’epoca patristica, dalle opere dei Padri, dai documenti del magistero contemporaneo e da altre fonti - in modo da rendere più agevole il primo contatto con la Tradizione della Chiesa e con il linguaggio che trasmette il contenuto essenziale e normativo della fede cristologica.

Inoltre, avendo operato una selezione nel vastissimo panorama tematico della cristologia sistematica contemporanea, optando per i dati dottrinali essenziali, ho inserito, al termine di ogni capitolo, una rubrica intitolata «Per la ricerca e l’approfondimento». Ogni volta vengono segnalate opportune integrazioni tramite l’indicazione di tre argomenti da studiare con l’aiuto di una bibliografia specifica. Questi argomenti possono costituire anche l’oggetto di un elaborato scritto o possono rientrare nel tesario previsto per l’esame finale.

3. L’esposizione della materia: criteri e contenuto

1. Il titolo della Prima Parte ricalca una affermazione di Giovanni Damasceno, il quale si esprime sul dovere di essere fedeli al Vangelo ricevuto dai Santi Apostoli, dai Padri e dai Concili (Discorso sulle immagini, III, 3). Da questa tesi basilare si comprende bene che il “luogo” dal quale si parte per fare cristologia è la Chiesa, la comunità formato da coloro che credono in Gesù di Nazaret, lo riconoscono come il Cristo, il Signore e Salvatore, il Figlio unigenito del Dio unico e, credendo, hanno «la vita nel suo nome» (cfr. Gv 20,31). Di conseguenza, la riflessione elaborata da chi fa teologia, mentre nasce e viene guidata dalla fede, ha per oggetto la fede professata, vissuta, testimoniata ed annunciata dalla Chiesa.

La persona che riceve, accoglie e professa la fede della Chiesa compie un vero e proprio atto di affidamento. Si affida a Dio, perché da Lui viene la salvezza. Ma Dio offre la salvezza attraverso e nella Chiesa, «sacramento universale di salvezza» per la vita del mondo, Popolo di Dio, Corpo e Sposa del Signore Gesù Cristo, Tempio dello Spirito Santo. Quindi, la professione di fede è e comporta anche un affidarsi alla Chiesa. Chi riceve, accoglie e professa la fede, sperimenta di fatto, e accetta, la mediazione della Chiesa nell’incontro salvifico con Dio che si è rivelato definitivamente nel Signore Gesù Cristo per mezzo dello Spirito Santo. Quindi, riconosce e accetta l’autorità magisteriale della Chiesa in materia di fede. Nello stesso tempo, nel trasmettere e testimoniare la fede agli altri, ogni cristiano chiede loro di affidarsi alla Chiesa  e di fidarsi della Chiesa, alla quale egli appartiene, e in nome della quale annuncia la parola della fede che a sua volta ha ricevuto, e che ora condivide con i fratelli e le sorelle con i quali forma il Corpo di Cristo. Quanto ho detto sui singoli, vale ovviamente per ogni comunità ecclesiale locale. Gli uni e le altre, sotto la guida del magistero, partecipano della mediazione materna della Chiesa e, nello stesso tempo, la esercitano. Chiaramente ogni credente partecipa a questa mediazione secondo le proprie competenze, derivanti dal carisma ricevuto e dal ministero che è chiamato a svolgere. Sotto questa prospettiva, mi sembra utile segnalare l’importanza che il «sensus fidelium» riveste sia nel processo di trasmissione della rivelazione, sia nell’esercizio della testimonianza della fede.

La Prima Parte si compone di nove capitoli, con i quali viene tracciato un percorso che, partendo dalla cristologia del Nuovo Testamento, conduce, passo dopo passo, a conoscere l’origine, lo sviluppo e il contenuto veritativo irrinunciabile della fede cristologica che la Chiesa professa, trasmette e annuncia al mondo intero. L’intenzione didattica è quella di accompagnare gli studenti verso una conoscenza chiara circa il fondamento e la fondatezza della fede in Gesù di Nazaret. Per questo motivo ho dato ampio rilievo ad una presentazione organica della vicenda terrena di Gesù di Nazaret culminata nella Pasqua. L’oggetto della nostra fede - conviene ricordarlo - è quest’uomo, questo ebreo Gesù di Nazaret: lui, e nessun altro, è il Cristo, il Signore, il Figlio Unigenito di Dio. Inoltre, lo studio riguardante la formazione del dogma cristologico nell’epoca patristica, unitamente all’apporto dato da alcuni Padri della Chiesa, conduce a valutare la pertinenza di un criterio essenziale che regola lo sviluppo della  Tradizione ecclesiale:

«la chiesa non aggiunge nulla di nuovo (non nova) al Vangelo, ma annuncia la novità di Cristo in una maniera ogni volta nuova (noviter). Essa trae dal suo tesoro ogni volta nuovi elementi sempre in armonia con quelli antichi».

2. La Seconda Parte, che va dal capitolo decimo al capitolo tredicesimo, è stata impostata seguendo le direttive sul rinnovamento degli studi teologici date del Concilio Vaticano II e recepite ormai in larga misura dalla teologia contemporanea. Trattandosi di una guida allo studio connotata dall’interdisciplinarietà, ho scelto i seguenti argomenti: il mistero di Gesù Cristo e il mistero di Dio Uno e Trino;  la valenza soteriologica e antropologica della mediazione unica e universale di Gesù Cristo; la salvezza in Gesù Cristo nel contesto della teologia delle religioni e del dialogo interreligioso; il rapporto tra cristologia e mariologia.

3. Con la Terza Parte si entra nel merito della correlazione tra la riflessione teologica e l’esperienza spirituale incentrata sulla vita in Cristo secondo lo Spirito, il cui culmine fontale è il sacramento dell’Eucaristia. La trattazione mira a far prendere coscienza di quanto sia necessario - per lo studio, la vita spirituale e l’attività pastorale - acquisire una formazione integrale, plasmata progressivamente dal primato assegnato alla vita contemplativa e dalla ricerca dell’autentica sapienza cristiana. Ho scelto, perciò, tre argomenti che ritengo vitali: i criteri che stanno alla base di una cristologia contemplativa e sapienziale; il raccordo tra i mysteria carnis Christi e l’assimilazione dei suoi «sentimenti» nel dinamismo della vita spirituale e dell’agire morale; il recupero della simbologia sponsale nel rapporto tra cristologia, ecclesiologia e teologia spirituale.

4. Studiare cristologia alla Pontificia Università Antonianum

1. Soprattutto nella Terza Parte, la trattazione è ispirata in larga misura dalla teologia e dalla spiritualità della scuola francescana, specialmente dal magistero del Dottore Serafico San Bonaventura. Data questa voluta attenzione all’indole francescana del fare teologia, credo che lo specifico che qualifica lo studio della teologia, e, segnatamente, della cristologia nella Pontificia Università Antonianum possa essere identificato soprattutto con la sensibilità circa un armonioso e intrinseco rapporto tra studio della dottrina e pratica della santità, tra un metodo speculativo-affettivo ed una marcata attenzione verso l’evangelizzazione e il dialogo con le culture e le religioni, nella convinzione che il pensiero cristologico della scuola francescana contiene, e può ispirare, una antropologia teologica e una prassi evangelizzatrice di grande attualità.

L’indole francescana del fare teologia porta anche una precisa impronta mariologica e mariana: è appena il caso di ricordare che la scuola francescana ha saputo dare forma, in chiave teologica e spirituale, al rapporto tra cristologia e mariologia in una maniera così incisiva, da aver indirizzato la Chiesa e il Magistero alla definizione dogmatica del concepimento immacolato e dell’assunzione al cielo della beata Vergine Maria Madre di Dio. In verità, il movimento francescano ha avuto da sempre un legame del tutto speciale con la beata Vergine Maria, legame avvalorato dal riferimento alla dimensione mariana dell’esperienza spirituale di S. Francesco. Come riferisce Tommaso da Celano, il Serafico Padre

«circondava di un amore indicibile la Madre di Gesù, perché aveva reso nostro fratello il Signore della maestà. A suo onore cantava lodi particolari, innalzava preghiere, offriva affetti tanti e tali che lingua umana non potrebbe esprimere. Ma ciò che maggiormente riempie di gioia, la costituì Avvocata dell’Ordine e pose sotto le sue ali i figli, che egli stava per lasciare, perché vi trovassero calore e protezione sino alla fine».

Il procedimento metodologico appena descritto, e il suo relativo obiettivo formativo, sono in armonia con la migliore tradizione della Pontificia Università Antonianum e le direttive per la formazione intellettuale date dal Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori, Fr. José Rodriguez Carballo, con il documento pubblicato nel 2005: Il sapore della Parola. La vocazione intellettuale dei Frati Minori oggi

2. Da ultimo vorrei ricordare, a tutti gli studenti e specialmente ai miei studenti, che, all’impegno per uno studio serio e accurato della cristologia, sorretto da una fede sincera e dall’amore verso il Signore Gesù «Luce del mondo» (Gv 8,12), si affianca sempre il necessario, fecondo travaglio della maturazione intellettuale, spirituale, morale e apostolica. Questo travaglio va affrontato ogni giorno, «finché non sia formato Cristo in voi» (cfr. Gal 4,19).

Mi auguro che il manuale contribuisca, almeno in parte, ad intraprendere con entusiasmo il cammino richiesto da questo esigente e appassionante obiettivo, che sta davanti ad ogni cristiano come meta da raggiungere e dono da accogliere con gratitudine, rendendo lode al Padre, per mezzo del suo Figlio Gesù Cristo, nella gioia infusa dallo Spirito Santo.


 


 
 
 
 
 
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