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Rivista Antonianum
Informazione sulla pubblicazione

 
 
 
 
Foto Boccali Giovanni , Relationes bibliographicae: Una officina con qualche strumento da arricchire ed affilare, in Antonianum, 81/3 (2006) p. 548-559 .

Ultimamente sono usciti due bei volumi, dal significativo titolo: Officina franciscana. Testi, sinossi e indici delle Fonti francescane con grafici, mappe e tabelle, con CD-Rom. a cura di Daniele Solvi: vol. i Sinossi e indici (pp. xlviii – 469); vol 2, Grafici, mappe, tabelle con un’appendice di testi (pp. vi – 505), Firenze 2005, sismel – Edizioni del Galluzzo (Edizione nazionale dei testi mediolatini, 12, serie 1, 7).

I due volumi sono un utile strumento di lavoro per gli studiosi di e su Francesco e Chiara di Assisi, delle loro ricchezze e problematiche, nel sec. xiii e parte del xiv. Il titolo stesso fa capire già quanto questa officina possa essere utile per chi vuol lavorare nell’ ambito delle Fonti francescane.

Nella introduzione, non eccessivamente lunga (pp. xlviii), l’autore fa un breve excursus sul progresso degli studi francescani, da P. Sabatier in poi, sulle pubblicazioni, i risultati, gli strumenti di lavoro approntati, con gli avvenimenti e date importanti sul nascere e progredire delle Fonti francescane: 1226 morte di Francesco; 1228 raccolta di notizie e inizio delle biografie e vite del santo; 1246 invito del ministro generale fr. Crescenzio da Iesi a raccogliere altre notizie su Francesco; 1255-60 processo e legenda di s. Chiara; 1260 invito del capitolo generale a fr. Bonaventura di stendere una nuova legenda del Santo; 1266 disposizione del capitolo generale di distruggere tutte le vite antecedenti di s. Francesco (nelle proprie e altrui biblioteche); 1276 nuovo invito ai frati di segnalare altre notizie e frati eminenti per santa vita, fino a giungere agli Actus in Valle reatina, e del beato Francesco et sociorum eius (1332-35).

I risultati delle edizioni e gli studi hanno compiuto grandi passi e ottenuto buoni risultati durante il secolo xx; ora, all’ apertura del secolo xxi, si aggiunge questo nuovo strumento di lavoro, Officina franciscana.

Col paragrafo 4 (p. xxv) l’autore inizia a esporre – o meglio a presentare – il contenuto e la struttura di questo nuovo strumento di lavoro.

Il contenuto. L’ opera contiene il Corpus franciscanum, costituito da 44 testi: scritti di Francesco e Chiara, biografie ufficiali, legende varie, altre compilazioni, tra cui i primi due libri delle Sette tribolazioni del Clareno, gli Actus b. Francisci in Valle reatina, e gli Actus di Francesco e dei suoi compagni.

Sono esclusi, da tutto l’argomento, gli opuscoli laudativi e le preghiere di Francesco ed altri testi, complessivamente una trentina.

Sinossi. È un mettere a confronto i vari testi, non solo per dipendenza letterale tra narrazioni strettamente imparentate, ma anche le semplici analogie di contenuto, evidenziando i diversi tipi di corrispondenza. Per raggiungere questo risultato, ogni singolo opuscolo, o testo, è stato sezionato in “sequenze” (non in paragrafi), cioè in brani di testo “attorno ad un nucleo fattuale omogeneo” confrontabili con altri brani affini presenti in altri testi. Ogni sequenza è espressa da un titolo, che indica il tema su cui verte la ricerca. Per poter individuare e delimitare bene ogni sequenza, sono stati seguiti diversi accorgimenti: titolo dell’opuscolo (con sigla), capitolo (se esistente), numero del paragrafo (se esistente), versetti del testo del capitolo/paragrafo, come è stampato nel voluminoso Fontes franciscani. Dove mancano questi dati, il testo viene riportato completo nell’Appendice al vol. 2.

Le sequenze sono contrassegnate da un numero progressivo dall’inizio alla fine dell’opuscolo in esame. La pagina-tabella delle sequenze della sinossi è divisa in 8 colonne: la colonna 1 ha la sigla dell’opuscolo, capitolo e versetti in esame (es. 1Cel 6,1-5); la colonna 2 dà il numero progressivo delle sequenze, con il tema, o parola-chiave, della sequenza; la colonna 3 indica (con le sigle) la qualità della somiglianza delle sequenze uguali o congiunte negli altri testi; le colonne 4-7 indicano le sequenze simili nei testi di Francesco (col. 4), di Chiara (col. 5), nei testi fino a Bonaventura (ante 1263: col 6), o dopo Bonaventura (col. 7); infine, la colonna 8 indica altre sequenze analoghe in qualsiasi altro testo.

Tutto questo lavoro è eseguito sui 44 testi scelti, nelle pp. 3-335.

Gli indici. La molteplicità e la varietà delle sequenze, sin qui poste in sinossi, viene sfruttata per trovare delle parole-chiave, e arricchire così la ricerca redigendo indici particolari di tali parole, nel seguente modo: ciascuna sequenza è stata contrassegnata da parole-chiave che indicano i principali soggetti a cui essa fa riferimento. Le parole-chiave sono state individuate in base ad una attenta lettura di ogni singola sequenza.

Le parole-chiave sono state ripartite in sei categorie: citazioni, forme, luoghi, personaggi, temi e tempi. Ne ho riportato l’elenco in ordine alfabetico, perchè si ritrovano così nello sviluppo dell’opera, mentre l’autore le pone – qui nell’ introduzione: pp. xxxi-iii – in altro ordine, forse l’ordine logico, cioè: personaggi, luoghi, citazioni, temi, tempi, forme. Sarebbe stato meglio che i due elenchi fossero posti nello stesso ordine (alfabetico, visto che ovunque è seguito sempre rigorosamente l’ordine alfabetico).

Le pagine-tabelle sono strutturate su 5 colonne, e non su 8, come nella sinossi. Si inizia con l’indice delle citazioni bibliche: nella prima colonna vi è la sigla del libro biblico con i numeri del passo citato, il tutto è detto “Soggetti”. La seconda è detta “Francesco”, cioè la citazione della sequenza dello scritto dove il santo cita il passo biblico. La terza è “Chiara”. La quarta è “fino a Bonaventura” (1263), e la quinta è “Post Bonaventura”.

L’indice delle citazioni riguarda non solo la bibbia, ma altre poche opere; vengono considerate le sole citazioni esplicite, anche se non strettamente letterali, o senza indicazione della fonte, sono escluse le semplici allusioni. La parola-chiave corrisponde sempre all’indicazione precisa della sequenza (l’ autore scrive ‘del paragrafo o del versetto’: il che spesso non è esatto: p. xxxii). Le citazioni sono state divise in 4 gruppi: Antico Testamento, Nuovo Testamento, scritti di Francesco, di altri autori (pp. 339-344).

L’ indice delle forme letterarie include quei modi di esprimersi – o categorie – presi in considerazione dalla critica letteraria moderna. Sono 18 modi di esprimersi: discorso diretto o in terza persona, parabole, miracoli, visioni, ecc. fino al sommario (pp. 345-353).

L’indice dei luoghi include i toponimi ed anche i nomi comuni come chiesa, paese, ponte ecc., nominati espressamente, o ricostruibili in base al contesto, esclusi quelli presentati dalla critica storica moderna. Dove non si può avere una localizzazione, le sequenze sono radunate tutte sotto il termine ‘nessuno’, nel posto alfabetico competente, oppure da o verso un dato luogo (pp. 355-384).

L’indice dei personaggi include gli antroponimi e tutti coloro che svolgono un ruolo nella vicenda descritta, compresi gli animali o entità inanimate, come cielo, fuoco, vento ecc. Ci sono Dio, Cristo, ma non c’è Gesù (pp. 385-434).

L’indice dei temi presenta gli argomenti storico-spirituali delle sequenze in esame, ricavati dalle indicazioni del testo, o integrate dal curatore del volume (pp. 435-460).

L’indice dei tempi è scandito dalle varie fasi della vita di Francesco e di Chiara: giovinezza, conversione, conversazione, malattia, morte, post mortem. Le sequenze che non permettono di ottenere un dato cronologico sono riportate sotto il termine ‘nessuno’, posto nell’ordine alfabetico che gli spetta. Nel corpo dell’ indice si segue l’ordine alfabetico, per cui si comincia con conversazione, invece che con l’ordine logico giovinezza (pp. 461-469).

Alla fine dell’introduzione (pp. xlv-viii) sono elencate, in ordine alfabetico, le sigle con i seguenti dati: sigla, autore, opera, edizione e numerazione interna; (si sarebbe potutaincludere l’indicazione delle pagine dove il loro testo è in sinossi). Dal volume Fontes franciscani sono stati tratti 33 testi, con la relativa numerazione interna; gli altri 11 testi sono presi da altre edizioni posteriori al 1995.

Da queste sei categorie nascono le tavole del vol. 2, come rappresentazione grafica di tavole visive di frequenza, divise in grafici, mappe e tabelle. È una vasta esemplificazione di 325 rappresentazioni grafiche di 14 principali testi francescani, ripartite tra tabelle di derivazione, istogrammi/areogrammi e mappe testuali, al fine di evidenziare rispettivamente il processo di selezione e integrazione dei dati, i centri tematici e l’ordinamento interno di ogni opera.

Il tutto è concluso da un’ appendice, in cui sono pubblicati, con una suddivisione interna, testi che ne erano privi o malamente dotati.

Ai due volumi è allegato un CD-Rom da titolo Officina franciscana; è l’opera maggiore della versione a stampa, di cui condivide l’impostazione di fondo, moltiplicata in ampiezza ed efficacia dalle risorse dell’informatica, perché il CD-Rom è costituito da una banca dati contenente nelle migliori edizioni disponibili (ancora da aggiornare) il testo integrale delle 44 opere, già considerate nei due volumi, per un totale di quasi 380.000 ricorrenze di parole, con 3742 sequenze; materiale che può essere agevolmente letto e stampato.

Si può individuare ogni brano della fonte, la lettura diretta della fonte e dei passi paralleli contenuti nelle altre fonti del corpo intero. Ed ha molte altre possibilià di incrocio di notizie tra testo e testo.

Finita l’esposizione della introduzione, passo ad esporre le mie osservazioni. Tutto questo valido materiale è frutto di sudato lavoro, di grande utilità per chi si immerge negli studi delle Fonti francescane. Naturalmente ha anche i suoi limiti e le sue possibilità di miglioramento e di sviluppo. Seguo passo passo l’introduzione, poi mi soffermo un po’ sulle varie parti dell’opera, facendo alcune annotazioni utili a capire e migliorarne il contenuto.

Nell’esame degli studi usciti nell’ultimo trentennio, l’autore mette in risalto diverse opere, tra cui Concordantiae verbales e il grosso volume dei Fontes franciscani, che egli definisce un “imprescindibile punto di riferimento” (vol. i, p. xxv, nota 26). In realtà, queste due opere contengono una massa di dati, quasi una miniera: solo nelle Concordantiae abbiamo: testo vagliato criticamente, lezioni varianti, citazioni bibliche, passi paralleli all’ interno degli scritti di Francesco e di Chiara, testimonianze parallele da tutte le fonti francescane, le concordanze di tutti i lemmi, compresa la congiunzione et, l’indice dei lemmi nei singoli opuscoli di Francesco e di Chiara, l’elenco dei lemmi delle lezioni varianti, l’elenco della frequenza numerica dell’uso delle parole in ordine decrescente, la tavola comparativa tra gli scritti di Francesco e di Chiara sull’uso della frequenza delle parole, l’annotazione degli apax legomena di Francesco e di Chiara, l’indice delle citazioni bibliche e di altri autori. Solo le citazioni bibliche in Francesco e Chiara sono 806.

Il volume dei Fontes franciscani ha un apparato (da me elaborato, posto a pie’ di pagina) costituito da decine di migliaia di riscontri letterali di brani incrociati nei vari testi. La descrizione del luogo Santa Maria della Porziuncola, da sola, ha oltre 6000 riscontri letterali (cominciando da RegNB 18,2, p. 202). I capitoli (o paragrafi) dei testi sono stati divisi e numerati (da me) in versetti, a modo della bibbia, proprio per approntare gli apparati e facilitare la citazione nella redazione di eventuali studi e indici.

L’autore, nell’organizzare l’insieme dell’opera, ha dovuto fare delle scelte – e ogni scelta è di per sé apportatrice di ponderazione, ripensamenti, pene e rinuncie, a riguardo di ciò che si sceglie o si lascia o si mette da parte – così è per la scelta dei testi da elaborare e mettere a disposizione del pubblico.

L’autore prende in considerazione i testi di carattere prevalentemente storico, cioè gli scritti agiografici, gli scritti di Francesco e Chiara, con particolare riferimento alle opere narrative e morali; e lascia da parte oltre una trentina di testi tra opuscoli e scritti di Francesco e Chiara e di altri posteriori (tra cui gli scritti di lode a Dio, alla Vergine, alle virtù, l’Officium passionis, Cantico, ecc., la benedizione di Chiara, l’ufficio ritmico, il Sacrum Commercium, le Legende versificate), in quanto le preghiere gli “risultano troppo distanti”, che difficilmente sono ripresi dalla tradizione biografica (cf. p. xxvi).

Questa scelta è basata sulla sottintesa convinzione che i testi scrutabili dalla storia abbiano maggior valore rispetto a quelli teologici. L’aspetto storico è necessario, ma non totalizzante, o esclusivo. Il Francesco “storico” è un buon ‘cittadino’ di Assisi, il Francesco “teologico” è ‘San’ Francesco di Assisi. Per il rapporto tra teologia e fonti cf. C. Vaiani, Teologia e fonti francescane. Indicazioni di metodo, Milano 2005.

Ecco un’applicazione pratica, tratta dalla sinossi: RegNB, cap. 21. 22 e 23 (vol. i, p. 14, sequenze 38-46). Questi capitoli sono cap. di contenuto teologico laudativo; nella sinossi hanno solo 9 sequenze, con appena 8 riscontri “congiunti” con Francesco; addirittura il cap. 21 non ha alcun riscontro; le 3 sequenze 41-43 (22,9-55) nessun riscontro, e il 23,1-6 nessun riscontro, così pure 23,9-11 (lode di Dio) nessun riscontro. Risulterebbe un Francesco povero di teologia e di spiritualità.

Le sequenze. Quanto alla scomposizione di ogni testo in “sequenze” è un’altra scelta sofferta, anche questa difficoltosa, con i suoi pro e contro, tanto più che l’autore la definisce priva di “scientificità”, ma rispondente a “criteri empirici”, sia interni sia esterni, finalizzati a rendere più puntuali le indicazioni sui passi paralleli (cf. p. xxvii). Per cui potrà andare soggetta a frequenti perplessità; eppure l’autore doveva scegliere una via; questa non sarà ottima, ma utile; in ogni caso, si dovrà tenerla d’occhio e sottoporla a ponderata critica. Per es. la prima sequenza 1EpCle 1-14, sequenza num. 1 (vol. i, p. 3) ha la didascalia “Invito alla devozione eucaristica e al rispetto per gli scritti”. Qui non si tratta di “devozione”, ma di fede, culto e rispetto per l’ eucaristia.

Così pure, altro esempio: Adm 1, seq. num. 1 (vol. i, p. 8,) contiene la didascalia “Cristo è visibile e presente nell’eucarestia”. La lunga ammonizione è computata come sequenza unica, mentre ne poteva contenere due/tre: presenza corporea di Cristo, visione e fede in lui; presenza eucaristica di Cristo oggi, visione e fede in lui; richiamo a contemplare e credere. Nella sequenza è essenziale “vedere” la persona di Cristo, e “credere” alla sua divinità. Oppure si potrebbe suddividerla così: 1,1-6: manifestazione del Padre e del Figlio; 1,7-13: vedere e credere in Cristo; 1,14-22: incarnazione ed eucaristia sono presenza di Cristo. Francesco infatti sta formando i suoi frati, e li vuole fermamente credenti in Cristo persona, nella sua presenza fisica ieri, e nella sua presenza eucaristica oggi.

Ancora un esempio: CompAs 88, seq. num. 130 (vol. i, p. 284), ha una sola sequenza, con il tema “Suo amore per le pietre, gli alberi, i fiori”; poteva contenerne almeno due perché, alla fine del capitolo, si trova l’attestato dei compagni “Nos qui cum illo fuimus”, che è una frase così piena di significato da far sequenza da sé. Si può confrontare il volume Fontes franciscani (p. 1610), nell’apparato, dove sono notati oltre 37 casi (da aggiungervi ActReat 6,16) in cui la testimonianza dei compagni fa da titolo al perspicace volume di R. Manselli: Nos qui cum eo fuimus. Contributo alla questione francescana, Roma 1980.

L’uso poi delle sequenze, utile in tanti casi, non lo può essere in altri, ad es. nelle citazioni bibliche. Nell’indice biblico del N.T. Ioh 14,6 e 14,6-9 (vol. i, p. 340), la prima citazione rimanda a RegNB 22,19-40, la seconda a Adm 1. Cioè, non rimandano precisamente a RegNB 22,39, né a Adm 1,1, ma alle rispettive sequenze intere. L’inconveniente sta in questo: le due citazioni giovannee non occupano le due intere sequenze, ma solo versetti precisi. In più, le stesse sequenze contengono molte altre citazioni bibliche.

Infine, il totale delle sequenze è di 3742, ma sarebbe stato più alto se alcune sequenze fossero state suddivise in brani più corti, perché ve ne sono alcune con un testo molto lungo, divisibile per qualità e specificità di contenuto (cf. sopra, l’osservazione sulla sequenza Adm 1, num. 1).

Gli Indici. Il testo degli indici occupa le pagine 339-469. Sono un po’ troppo poche. Ne troviamo sei tipi: citazioni bibliche (pp. 339-344), forme (pp. 345-353), luoghi (pp. 355-384), personaggi (pp. 385-434), temi (pp. 435-460) e tempi (pp. 451-469).

Passo agli indici delle citazioni bibliche, illustrando l’impostazione utilizzata di citare per mezzo di ‘sequenze’, e faccio degli esempi scelti a campione.

Nell’introduzione è scritto, a riguardo delle citazioni, che “la parola-chiave corrisponde sempre, dove possibile, all’indicazione precisa del paragrafo o del versetto, quindi esistono, per ogni opera citata, tante parole-chiave quanti sono i suoi passi citati” (vol. i, p. xxxii, secondo capoverso). Non so se questa precisazione appartenga all’argomento ‘citazioni’, in quanto qui si parla di ‘paragrafi’, mentre altrove si nota espressamente che il paragrafo non sempre corrisponde a una ‘sequenza’: il testo è scomposto in sequenze [...] “senza tenere conto della ripartizione originale in paragrafi e capitoli. Spesso un paragrafo di testo raccoglie più fatti distinti, oppure la narrazione di un fatto può protrarsi per più di un paragrafo” (vol. i, p. xxvii, e nota 29). Per questo motivo, l’autore cerca di evitare l’uso del vocabolo ‘paragrafo’. Inoltre, nella prima colonna dell’indice, appare il termine “soggetti”, e non vi sono “parole-chiave”, né vi possono essere, perché la citazione biblica è riportata con la sigla del libro, il capitolo (dove esiste) e il versetto. Non altro.

L’equivoco sta in questo: alla citazione biblica viene assegnata, come riscontro, un’intera sequenza, e non un punto preciso del testo incluso nella sequenza. E ciò avviene per tutte le 211 citazioni bibliche, occorse nelle 338 sequenze registrate nell’indice. Talvolta ne vengono fuori delle vere inesattezze, ad. es. la citazione Cant 2,5 (vol. i, p. 339) è annotata nella sequenza CompAs 88 (col. 5), dove in realtà non esiste; è presente invece nella sequenza parallela di SpPerf 118, ma al verso 6 (vol. 2, p. 497).

Quanto al numero delle citazioni bibliche, ho fatto questo calcolo: nell’indice delle 44 opere sono presenti 211 citazioni in 338 sequenze, mentre nei Fontes franciscani vi sono: 805 in 1Cel; 1478 in 2Cel; 343 in 3Cel; oltre 500 nelle 7Trib (libri I-II); 119 nella LegCla, 472 nella LM; 404 in SpPerf; in totale in sole 7 opere ve ne sono 2121. Non tutte saranno citazioni dirette, alcune saranno allusive, e perciò omesse. La nuova edizione delle Fonti francescane in italiano, Padova 2004 (pp. 2081-2100), ne enumera oltre 2000. La differenza rimane troppo vistosa.

Diminuito il numero delle citazioni, è chiaro che diminuiscono anche i riscontri nelle sequenze. Ad es. RegNB 22,11-23,6 (4 sequenze con 52 versi, cf. vol. i, p. 14) non ha nessun riscontro di passi paralleli, mentre nel volume Concordantiae verbales vi sono 48 riscontri negli scritti di Francesco e Chiara; e vi sono oltre 100 testimonia nell’insieme del resto delle fonti (in alcuni punti ricorrono quasi le stesse parole: RegNB 22,24=LM 11,5,9; così 22,28=1Cel 45,2; così 22,34-35=SpLem 5,4; CompAs 100,4; SpPerf 122,3). Effettuando dunque dei riscontri incrociati si potranno trovare tante citazioni da precisare e migliorare. Il volume aumenterebbe di valore e prestigio.

Indice delle forme. Nell’introduzione sono indicate 18 forme letterarie di discorso, con sotto-specificazione della forma prescelta (vol. i, p. xxxiii). In pratica, nell’indice, ne compaiono solo 17. Sarebbe stato utile averne di più (almeno per evitare di affaticare gli occhi nel leggere le colonne zeppe di citazioni e numeri). Sarebbe stato utile, per esempio, nel soggetto “testimonianza”, indicare le testimonianze su Francesco, su Chiara, quelle dell’antico autore, e quelle dei compagni qui cum eo fuimus; così pure, distinguere divieti da prescrizioni (o, se si vuole, le prescrizioni positive da quelle negative). C’è anche il soggetto “preghiera”, ma di sicuro che vi sono pochi riscontri nelle sequenze, per il fatto che i testi costituiti da preghiere e lodi sono stati esclusi dall’elenco dei testi da esaminare.

Indice dei luoghi e dei personaggi. Nell’elenco dei toponimi e antroponimi viene seguito un principio curioso, quello di non riportare mai, come voce a sé stante, il nome paterno e il toponimo di origine; mentre si riporta il nome personale anche dove vi è solo il pronome. Per cui si può avere nella fonte “sora Amata di messere Martino da Cocorano” (ProCan 4,1), ma è inutile cercare ‘Martino’, o ‘Coccorano’ nel luogo alfabetico che loro compete. C’è ‘Coccorano’, ma non riguarda sr. Amata; per ‘suor Amata’, invece, ci sono citazioni del nome anche là dove c’è solo il pronome. Infatti il nome di Amata compare, nelle Fonti, solo 8 volte nel ProCan, e una volta in LegCla 34,4 = 22,19, mentre nell’Officina, all’indice dei personaggi è presente in 32 sequenze, più quella della legenda.

C’è anche la frase: “Messere Offredutio de Bernardino fo suo avo, et de epso Offredutio fo figliolo messere Favarone padre de sancta Chiara” (ProCan 16,4: cito dal mio volume, perché più semplice). Qui abbiamo 4 nomi propri, nell’indice è inutile cercare Bernardino, ma vi si trovano gli altri 3 nomi, perché staccati dal relativo nome del padre. Così pure è inutile cercare Pietro di Bernardone, padre e nonno di Francesco. Analogamente, vi sono magari 3 “frate Filippo” di Adria / Atri (nel ProCan e LegCla: vol. i, p. 403) e si tratta sempre lo stesso frate, ma è inutile cercare Adria o Atri.

Credo che questa scelta e principio di procedere siano poco ponderati. Mi sembra un’incongruenza fare 2 listoni per il semplice termine “frate” (vol. i, pp. 398-401), e omettere quello di “suora” (anche se c’è qualcosa su “sorella”); così includere intere colonne (vol. i, pp. 368-370) per il termine di luogo “nessuno”, e poi omettere i nomi dei personaggi e dei luoghi, scritti nei testi per esteso.

Indice dei temi. Si tratta di 92 temi ben coordinati, ma se ne potevano includere altri, come: attività dei frati, virtù, vizio (nominati nell’ introduzione, vol. i, p. xxxii), o ancora: abbadessa, ancella, capitolo, Chiesa, fraternità, lavoro, ministro, ministero tra i frati, parola di Dio, religione, servizio tra i frati, servizio al clero, ecc.

Indice dei tempi. La vita di Francesco e Chiara, suddivisa in 6 tappe, più una detta ‘nessun tempo’, è esposta secondo l’ordine alfabetico dei termini che la distinguono; sarebbe stato meglio seguire l’ordine logico dei tempi naturali della vita: giovinezza, conversione, conversazione, ecc., nessun tempo.

Questo indice dovrebbe raccogliere tutte le 3742 sequenze dei 44 testi esaminati. Certo una fatica per l’autore, ma lo stesso si può dire per gli occhi del lettore che volesse consultarli.

Passando al vol. 2, le mappe testuali mettono in evidenza visiva tutti i numeri delle sequenze, inquadrati in caselle con due termini a fronte, per scoprire la presenza e l’assenza dei due termini confrontati. Queste mappe però sono eseguite solo su alcuni testi storici per Francesco (13 testi), e per Chiara solo sul Processo e la Legenda. Poteva essere utile inserire anche il testamento di Francesco e Chiara. Sono mappe che riguardano gli indici del primo volume (escluse le citazioni bibliche, che sarebbero state molto utili se incluse).

Nell’ordinamento prosopografico potrebbero inserirsi non solo Francesco+ecclesiastici, ma anche Francesco+curia romana, Francesco+Cristo, Francesco+Chiara, Francesco+donne, Maria vergine+Chiara; Chiara+Francesco, Chiara+frati , Chiara+Chiesa, ecc.; o invertendo i termini.

Così pure nell’ordinamento tematico potevano inserirsi le virtù sorelle: sapienza+semplicità, carità+obbedienza, (c’è solo povertà+umiltà); austerità+penitenze, fraternità+lavoro, malattia+vita fraterna, capitolo+vita fraterna, vangelo+predicazione, tentazione+pazienza, croce+premio, ecc. I suggerimenti possono essere molti, ma quello che c’è è già un buon corredo.

I testi in Appendice. Sono 4: ProCan, IntReg, SpPerf, VerBF. Il Processo di canonizzazione di s. Chiara è stato diviso e numerato in modo piuttosto complesso e insolito (es. pratico: i 1 2,3-4: cf. vol. i, p. 25), cioè: parte prima, testimone prima, capitolo secondo, versetti 3-4 della sequenza; bastava citare il numero della testimone e i versetti (cioè 1,+ i versetti). Il testo del Processo in esame infatti non comprende una divisione in parti (i-iv), o non conosce la divisione in capitoli (ha solo qualche titolo qua e là, ma non sono capitoli). In pratica, sarebbe stato sufficiente seguire il lavoro Santa Chiara di Assisi. I primi documenti ufficiali. Processo di canonizzazione, ed. Porziuncola 2002, citando solo 1,7-8 (= testimone 1, versetti 7-8).

Inoltre, il testo del Processo è stato ripreso dall’edizione del P. Z. Lazzeri, in AFH 13 (1920) 403-493, inclusi anche alcuni errori di lettura, tra cui: Corozano (errato) al posto di Cocorano (esatto; P,28.35 = Prol. 14, vol. 2, p. 349); fortemenente, invece di fortemente (3,111 = i 3 5,2, p. 361); sarmenti, invece di sarmenti de vite (10,24 = i 10 1,24, p. 380); recodare invece di recordarve (14,36 = i 14 1,27, p. 388); diceva invece di deveva (17,4 = iii 17 1,4, p. 391); Ventura invece di Vettuta (20,2 = iv 20 1,1, p. 394), ecc.

Osservazioni sulle edizioni delle fonti utilizzate. Le fonti sono desunte dal volume Fontes franciscani (1995), da edizioni originali posteriori al 1995, e da 4 testi posti in appendice al vol. 2 dell’Officina.

Esistono inoltre dette nuove edizioni non utilizzate:

Concordantiae verbales opusculorum S. Francisci et S. Clarae Assisiensium, editio altera appendice ditata erroribusque emendata, cura et studio fr. I. M. Boccali, ed. Porziuncola, Assisi 1995.

Legenda sanctae Clarae virginis Assisiensis, testo restaurato, a cura di G. Boccali, ed. Porziuncola, Assisi 2001.

Saint François d’Assise, Documents. Écrits et premières biographies rassemblés et présentés par les PP. Théophile Desbonnets et Damien Vorreux o.f.m., 3e édition revue et corrigée, Les éditions franciscaines, Paris 2002.

Santa Chiara di Assisi. I primi documenti ufficiali: Lettera di annunzio della sua morte, Processo e Bolla di canonizzazione, a cura di G. Boccali, ed. Porziuncola, Assisi 2002.

Chiara di Assisi e le sue fonti legislative, Sinossi cromatica, a cura della Federazione S. Chiara di Assisi delle Clarisse di Umbria-Sardegna, ed. Messaggero, Padova 2003.

Questa nuova bibliografia potrà essere utile in futuro per un CD-Rom aggiornato, o rinnovato.

Ora alcune osservazioni sulla stampa: le testatine, nel vol. 1, poste a capo di ogni tabella. Ordinariamente ve ne sono due, la prima con l’ indicazione della sigla, del titolo dell’opuscolo in esame, della qualità di somiglianza dei passi paralleli: uguale o congiunta, simile, analoga. La seconda testatina, sottostante, indica le sequenze, in Francesco, in Chiara, fino a Bonaventura, post Bonaventura. Dicevo che ve ne sono quasi dappertutto. Mancano invece:

Tutte e due: a p. 8-11; 20.

Manca l’unica: a pp. 340-344; 356-384; 436-460.

Manca la seconda: a pp. 25; 27; 29-31; 36-54; 56-71; 73-79; 271.

Quando manca la seconda, ciò potrebbe dipendere dal fatto che la stessa sequenza prosegue nella tabella successiva, ma non sempre è così.

Gli errori di stampa sono molto rari, per quanto ho potuto costatare:

vol. i, p. v, 21 (non 22) Forma vitae;

p. xlvi, 3EpAgn (e non 13EpAgn);

p. 45, seq. 145, col. 5, (Chiara) mancano le cit. di ProCan (4,57; 6,2; 6,3.5.16);

p. 64, la seconda testatina è vuota, priva della didascalia; così pure nella p. 66.

p. 192, 3Cel, col. 2, sequenza 28, fulmini (e non fuLegMini);

p. 322, 7Trib ii, col.2, seq. 76, Ordine (e non Or-dine);

p. 339, col. 1, c’è Iob 31,8, questa cit. sia preceduta da Iob 20,6-7, e porre alla col 3: 3EpAgn 18-28 (perché mancante);

p. 339, col 5, casella 3, CompAs 88 (da cancellare, perchè non esiste la citazione Cant 2,1);

p. 340, col. 1, casella 3, Tob (e non Thob);

p. 360, col. 3 (Chiara), casella 7, mancano le cit. di ProCan per la voce Coccorano. Questa mancanza dipende dalla costante omissione del toponimo patria, o luogo di nascita (come nel caso successivo).

p. 382, colonna 3 (Chiara), casella 3, mancano le cit. di ProCan per la voce Trevi;

p. 393, col. 1, casella 5, demonio (e non dèmone), successivamente manca satana (cf. RegNB 22,19 = seq. num. 42).

p. 436, col. 1, casella 2, lavoro (e non lav oro);

Le sequenze prive di riscontri sono molte:

p. 5, 2EpFid 30-31, seq. 10, priva di riscontro, cf. invece RegNB 9,8-9

p. 6, 2EpFid 32, seq. 11, priva di riscontro, cf. invece RegNB 17,7; sulla col. 8, potrebbe andare 2EpFid 37;

(Così di seguito per tutte le sequenze prive di riscontri).

Negli indici non compaiono voci con la lettera iniziale Q. Nell’indice dei temi potrebbero esser presenti almeno quaresima, quiete. Nell’indice dei personaggi c’è stelle, ma è assente sole (vol. i, p. 428).

Vol. 2, p. 338, mappa temi: mendicità+lavoro, alla sequenza 24 manca il connotato di ‘mendicità’.

In conclusione, questo lavoro è un lungo passo nel cammino della preparazione di strumenti di lavoro nel campo delle Fonti francescane, ma non l’ultimo. L’autore ha fatto la sua parte e la sua fatica, e i due volumi sono raccomandabili e porteranno i loro frutti, specialmente in ambito storico, narrativo, morale normativo e religioso. Il prossimo passo potrà essere quello di completare l’esame dei testi di contenuto maggiormente teologico (qui omessi), per scoprire l’ uomo interiore dei due protagonisti Francesco e Chiara. La misteriosa esperienza interiore di Dio fu il movente dell’azione del vivere umano dei due santi, così sintetizzata da fr. Tommaso da Celano: “Summa (Francisci) intentio, praecipuum desiderium supremumque propositum eius erat sanctum Evangelium in omnibus et per omnia observare, ac perfecte omni vigilantia, omni studio, toto desiderio mentis, toto cordis fervore D. n. Iesu Christi doctrinam sequi et vestigia imitari” (1Cel 84,1); “Totus (Franciscus) non tam orans quam oratio factus” (2Cel 95,5). E per Chiara aveva scritto: “Clara nomine, vita clarior, clarissima moribus” (1Cel 18,8). Questi due volumi di taglio storico-religioso, e il mondo interiore teologico spirituale, saranno uno stimolo ad arricchire e affilare gli strumenti di questa Officina franciscana grazie ad altri contributi.

I testi biblici e i testi spirituali dovrebbero avere maggiore considerazione e sviluppo, perchè erano pane e vita interiore dei due santi. ‘Le odorifere parole’ del Signore erano, per loro, spirito e vita; ed erano il materiale di costruzione delle loro parole, e degli scritti dei primi biografi. Dedicare più attenzione a questi testi equivarrebbe a penetrare l’intimo dei due santi, comprendere e valorizzare il loro essere, il loro vivere, credere, agire, scrivere, parlare.

Se l’autore, o chi per lui, troverà il coraggio e il modo di approntare una seconda Officina, avrà il plauso e la gratitudine di tutti i francescanisti.


 
 
 
 
 
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