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Rivista Antonianum
Informazione sulla pubblicazione

 
 
 
 
Foto Melone Mary , Presentazione del libro: Massimo Vedova, Esperienza e dottrina. Il Memoriale di Angela da Foligno. Prefazione di J. Dalarun, Istituto Storico dei Cappuccini, Roma 2009. Roma - Centro Culturale Aracoeli, 14maggio 2009 , in Antonianum, 84/4 (2009) p. 779-782 .

Giunge davvero quanto mai a proposito la pubblicazione del libro di Massimo Vedova, ≪Esperienza e dottrina. Il Memoriale di Angela da Foligno ≫, nell’ambito delle celebrazioni per il 7° centenario della morte della mistica folignate, avvenuta il 4 gennaio 1309. Nato dall’intento di esaminare la relazione tra Dio e Angela attraverso i verbi e i sintagmi con cui ella la descrive, lo studio di Vedova, che racchiude il suo lavoro di ricerca per la tesi dottorale, offre infatti un contributo particolarmente significativo e qualificato per l’approfondimento della ricchezza del Liber di Angela da Foligno, o meglio, del Memoriale, secondo la versione del codice conservato nella biblioteca del Sacro Convento di Assisi, il cosiddetto codice A.

Pubblicato dall’Istituto Storico dei Cappuccini, il volume è stato presentato il 14 maggio 2009 presso il Centro Culturale Aracoeli di Roma, durante un pomeriggio di studio che ha avuto come protagonisti, oltre all’autore, i proff. Alvaro Cacciotti, direttore dello stesso Centro Culturale, Alessandra Bartolomei Romagnoli e Felice Accrocca. Nel quadro suggestivo dell’Oratorio dell’Immacolata Concezione, ha dato avvio alla presentazione il saluto del ministro provinciale, p. Marino Porcelli, e del preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani, p. Pietro Messa; questi ha sottolineato in particolare il legame dell’evento con la serie di incontri, promossi dalla Scuola Superiore e dal Centro culturale, dedicati all’approfondimento della spiritualità francescana femminile.

Nel primo intervento il prof. Cacciotti, ha presentato il libro nel suo complesso, ponendo immediatamente in risalto il pregio che caratterizza le 395 pagine del volume, vale a dire la scelta coraggiosa di confrontarsi con un testo certamente di spicco nel panorama europeo dei secoli XIII e XIV, ma reso particolarmente complesso da difficoltà redazionali e di trasmissione.

Sottolineando la meticolosa conduzione del lavoro di analisi e di lettura del testo, di cui M.Vedova ha dato prova, Cacciotti ha più volte richiamato l’attenzione sulla prospettiva di fondo che ha guidato l’interpretazione del testo da parte dell’autore, cioè la relazione tra esperienza e dottrina, l’intenzione del testo angelano di trasmettere un insegnamento di vita spirituale enucleato in dottrina teologica. Dal Memoriale di Angela sembra infatti trasparire una specifica concezione della teologia, da cui dipende la stessa scelta redazionale non sistematica: e Dio stesso che erudisce, senza la mediazione della speculazione dottrinale. L’intervento del prof. Cacciotti ha messo in luce anche i punti di discussione che emergono dallo studio di Vedova: il rapporto tra Angela e il frate scriptor, il cosiddetto frate A., cioè il modo in cui i contenuti di rivelazione vengono fissati nella redazione del testo; la dottrina spirituale sottesa al testo, difficile da rinvenire per le complicate vicissitudini che segnano le edizioni del Liber; la proposta di vita spirituale che il Memoriale contiene in sè, radicata nel dono della contemplazione.

Il secondo intervento e stato affidato alla prof.ssa Alessandra Bartolomei Romagnoli, che ha esordito richiamando anzitutto un’affermazione apparentemente provocatoria dell’autore, secondo il quale in riferimento all’esperienza e alla dottrina di Angela andrebbe evitato l’uso del termine mistica, perche di fatto estraneo al testo angelano. Tuttavia, secondo la Romagnoli, Angela e mistica e mistico e in realtà il suo testo, proprio nel suo essere una epifania del senso. La prof.ssa Romagnoli ha sottolineato in particolare, tra i pregi del volume, il contributo rappresentato dall’analisi del linguaggio del Memoriale: l’autore ha analizzato i lemmi e sintagmi più significativi, li ha raggruppati per campi semantici, mettendo in evidenza soprattutto l’uso del verbo, il suo ruolo e valore, cercando costantemente di distinguere le espressioni più proprie di Angela e di far risaltare le parole chiave che descrivono il progressivo dinamismo del suo cammino. Emergono in particolare le immagini del ricco universo simbolico con cui il Memoriale tenta di comunicare la relazione di Angela con il suo Dio: tra queste, alcune appartengono alla tradizione biblico-patristica, come quelle del bacio e del letto attinte dal Cantico dei Cantici; altre, come il cuore, riportano ad una sensibilità più recente, che si andava diffondendo, o sono del tutto originali del testo angelano, come quella dell’anello, simbolo di sponsalità. Anche nell’individuazione delle fonti il testo rivela di poggiarsi su un inteso lavoro di ricerca. Ma l’intento della prof.ssa Romagnoli e stato quello di presentare il punto di arrivo di questo lavoro analitico cosi rigorosamente condotto da Vedova. E tale punto di arrivo si coglie sullo sfondo della peculiarità del Memoriale, testo che, mettendo a margine come accessorio l’elemento biografico, pone al centro un dato fondamentale, vale a dire il fatto che Dio parla. Questo indubitabile dato deve tuttavia fare i conti con la tensione tra Angela, luogo della comunicazione ispirata, e il frater scriptor, colui che si assume il compito di rendere comprensibile e di vagliare tale comunicazione.

Si tratta di una tensione che, pero, nulla toglie al riconoscimento certo dell’autore del libro, che e unicamente la fidelis Christi, a cui il frate, con le proprie domande, offre solo le condizioni per esprimere la sua ispirazione.

La Romagnoli perciò, pur apprezzando il tentativo di Vedova di distinguere ciò che appartiene alla voce di Angela da ciò che è riconducibile alla dottrina di frate A., sottolinea l’impossibilita di portare veramente a termine tale operazione, un’impossibilita che va ricondotta proprio alla natura del discorso mistico, alla sua intrinseca resistenza ad ogni tentativo di sistematizzazione, in virtù dell’inesauribile-indescrivibile che custodisce in sè e che fa apparire il risultato della descrizione quasi una ≪menzogna o bestemmia≫, come si esprime Angela.

L’intervento del prof. Felice Accrocca, prima di concentrarsi sulla difficile questione del rapporto tra la mistica folignate e gli Spirituali, a cui lo studio di Vedova fa riferimento in alcuni passaggi, suggerisce l’ipotesi di un possibile riferimento del Memoriale all’Itinerarium di Bonaventura. In dialogo con l’autore, che sostiene la mancanza di modelli precostituiti a cui frater A. avrebbe potuto ispirarsi, Accrocca ritiene in realtà verosimile un influsso sul Memoriale della struttura dell’opera bonaventuriana, in particolare della scansione settenaria, che si ritrova anche nella Legenda maior cosi come in quella minor. L’eventuale riferimento del frate scrittore al modello bonaventuriano potrebbe infatti rispondere al suo intento di presentare Angela come un alter Franciscus, la cui presenza e cosi incisiva nel Memoriale, dove tra l’altro egli si rivolge a lei con quella nota espressione: ≪Tu es sola nata de me≫. Alla luce di questa ipotesi, Accrocca affronta la questione relativa al legame tra il Memoriale e gli ambienti degli Spirituali. Mentre, infatti, e da una parte innegabile che Angela e il Liber abbiano goduto di consensi e diffusione tra gli Spirituali, che, anzi, furono i maggiori responsabili della circolazione del Liber stesso, dall’altra mancano elementi per circoscrivere la modalità del legame della mistica con tali ambienti. Al di là di ogni incertezza, ciò che emerge è un dato di grosso spessore, e cioè il fatto che gli Spirituali ritrovano in Angela una interpretazione dell’esperienza francescana che condividono pienamente, e che per loro merita di essere custodita e fatta conoscere. In definitiva, anche questo e, per Accrocca, un merito del libro di Massimo Vedova, vale a dire il non aver ignorato le problematiche connesse al rapporto tra la Folignate e gli Spirituali che, seppure non trovano ancora soluzioni definitive, nondimeno consentono di riconoscere nella vicenda di Angela e nel suo Memoriale tracce di una sua partecipazione ad un momento così difficoltoso della storia del francescanesimo, una partecipazione certo molto più intensa di quello che si è soliti pensare.


 
 
 
 
 
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