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Revista Antonianum
Datos sobre la publicación

 
 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: Horacio Simian Yofre (a cura), Metodologia dell'Antico Testamento , in Antonianum, 71/1 (1996) p. 116-117 .

II saggio curato dal S., attuale decano del Pontificio Istituto Biblico di Roma, è la dimostrazione di come oggi sia possibile a tutti avere a disposizione degli stru­menti rapidi ed essenziali, ma completi e rigorosi, per introdursi a quella vasta e difficile area letteraria che è l'AT. Il libro, senza pretendere di raccogliere biblio­graficamente e contenutisticamente tutto quanto esiste in materia, come farebbe un'introduzione classica ai problemi veterotestamentari, raccoglie le esperienze di­dattiche di alcuni professori del PIB, i quali offrono in modo semplice a studenti e a persone interessate, le risposte ai problemi d'introduzione all'AT. Ora, questi problemi sono fondamentalmente di natura metodologica. Se si risolve questa di­mensione, che rende rovente oggi anche l'ambito accademico, si è, già fatto molto per appianare l'approccio ad una letteratura ritenuta talora ostica e scoraggiante.

II curatore si occupa innanzi tutto dell'introduzione, nella quale svolge il tema dei rapporti tra l'esegesi « alta » e la pastorale, intesa come attualizzazione della Parola e come vita: un desiderio di riconciliazione che non mortifichi la ricerca scientifica e che nel contempo rispetti la natura aperta e vitale della Parola di Dio. Segue il primo capitolo di Jean Louis Ska, ancora dedicato a questioni preliminari e « preesegetiche »: come risolvere le difficoltà che pone in modo violento il primo approccio con l'AT. È la volta, quindi, di una serie di capitoli dedicati alle vere e proprie questioni introduttive e metodologiche. Stepehen Pisano tratta ampiamen­te la critica testuale; seguono due capitoli elaborati dal Simian e vertenti, rispetti­vamente, sulle metodologie diacroniche (il classico e sempre valido a tutt'oggi metodo storico-critico) e su quelle che egli chiama acroniche, cioè sganciate da inte­ressi propriamente storici (i metodi strutturalisti; e qui colui che fu il mio direttore di dissertazione dottorale, cita il lavoro del suo antico discepolo); un capitolo è de­dicato ancora da Ska, invece, al metodo sincronico, rappresentato dalla contempo­ranea analisi narratologica; Simian tratta successivamente del metodo anacronico, cioè dell'implicazione delle questioni ermeneutiche nelle letture pragmatiche della Bibbia; infine, il camaldolese Innocenzo Gargano offre un contributo doveroso cir­ca il metodo esegetico dei Padri della Chiesa: un apporto, che pur di natura storica, e quindi contingente, ha sempre un suo fascino teologico perenne.

Un glossario chiude il libro.

La sinteticità manualistica delle trattazioni, non permette di affrontare una più ampia discussione dei grandi problemi metodologici che vi sono dietro i discorsi apparentemente piani dei nostri colleghi. Del resto, gli scopi che i curatori si pre­figgevano, sono stati felicemente raggiunti e noi non possiamo che raccomandare la presente opera.

 


 


 
 
 
 
 
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