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Revista Antonianum
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Foto Teklak Czeslaw , Recensione: Ks. Marian Rusecki, Wierzcie moim dzielom. Funkcja motywacyjna cudù w teologii XX wieku (Credete alle mie opere. La funzione motiva¬zionale del miracolo nella teologia del XX secolo) , in Antonianum, 64/1 (1989) p. 206-207 .

La rivelazione cristiana e la sua credibilità hanno costituito sempre oggetto di studio: ieri se ne interessava l'apologetica; oggi è un tema specifico della teologia fondamentale. L'apologetica ha elaborato una dimostrazione tendente a giustificare in modo decisivo, sulla base del miracolo, la missione divina di Gesù di Nazareth, l'origine soprannaturale del cristianesimo e della Chiesa. A partire dall'Illuminismo, in seguito allo sviluppo delle scienze naturali e del determinismo filosofico, il miracolo e la funzione motivazionale sono stati invece messi in dubbio. Rimane il fatto, però, che il miracolo appartiene alla divina rivelazione e svolge nell'ambito di essa diverse funzioni. Questo ha fatto sì che all'inizio del nostro secolo la teologia si mettesse alla ricerca di una nuova modalità di comprensione del miracolo e del suo significato. Il miracolo viene visto sempre di più come segno dell'attività divina per la salvezza dell'uomo. Nello stesso tempo si approfondisce e cambia la visione  della  sua  funzione  motivazionale.

Il libro di Rusecki, docente di teologia fondamentale all'Università Cattolica di Lublino, presenta in modo monografico la funzione moti­vazionale del miracolo nel contesto della nuova coscienza teologica ed ecclesiale. Nella lunga introduzione (12-45) l'Autore segue lo sviluppo della comprensione del miracolo, incominciando dal kerygma aposto­lico. Mette poi in rilievo il contributo di S. Tommaso e quello della Giovane Scuola Francescana. Riporta infine le ragioni e gli studi che hanno cambiato la coscienza odierna circa il miracolo.

In accordo con le nuove ricerche egli inserisce il miracolo nell'ambito della rivelazione e lo presenta come la sua realizzazione, testimonianza e giustificazione (cap. 1). Il miracolo, quindi, viene trattato come segno e simbolo dell'epifania di Dio nella storia.

Gesù Cristo costituisce la pienezza della rivelazione e rende la più alta testimonianza a Dio. Ne segue che i miracoli, i quali appartengono alla struttura della rivelazione, sono caratterizzati dalla dimensione cri-stologica e dal senso messianico, che decide della loro funzione moti­vazionale  (cap.  2).

Lo stretto rapporto del miracolo con la rivelazione e con la persona di Gesù porta l'Autore all'analisi del problema « il miracolo come segno della salvezza» (cap. 3). I miracoli sono l'annunzio e l'inizio dei grandi avvenimenti della storia della salvezza, al centro della quale si trova il mistero pasquale. Anzi, esiste una stretta relazione tra i miracoli e questo mistero. Da una parte, i miracoli portano ad esso, lo anticipano e lo esprimono, dall'altra la morte e la risurrezione di Gesù conferi­scono loro il vero senso salvifico.

La rivelazione divina, compiuta in modo definitivo in Gesù Cristo, è trasmessa nella Chiesa e dalla Chiesa. Quindi, se i miracoli sono legati alla storia della salvezza, debbono essere strettamente congiunti con la Chiesa. In merito a tale argomento l'Autore presenta « la dimen­sione ecclesio-creatrice del miracolo» (cap. 4), che è stata trattata nella letteratura teologica solo in modo occasionale.

La rivelazione soprannaturale svoltasi lungo la storia della salvezza è stata sempre indirizzata e destinata all'uomo. Lo stesso accade anche oggi nella vita della Chiesa. Per cui, l'Autore illustra il tema « il miracolo nella funzione della fede» (cap. 5). In linea con la teologia contempo­ranea egli mette in rilievo che il miracolo costituisce un invito alla fede, mentre la fede esprime la risposta dell'uomo. Il miracolo, però, pur avendo una funzione motivazionale, non costringe mai l'uomo alla fede. La sua efficacia dipende anche dalle condizioni di carattere ogget­tivo e della vita umana.

In conclusione, possiamo dire che il libro di Rusecki espone la fun­zione motivazionale del miracolo in modo nuovo, coraggioso e corri­spondente allo sviluppo teologico contemporaneo, come risulta dall'ampia bibliografia citata. Esso merita perciò l'attenzione di quanti si interes­sano alla teologia fondamentale.


 
 
 
 
 
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