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Rivista Antonianum
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Foto Faggioni Maurizio , Recensione: LUCAS LUCAS R. dir., SGRECCIA E., LUCAS LUCAS R. curr. ed. it., Commento interdisciplinare alla “Evangelium Vitae” , in Antonianum, 73/4 (1998) p. 763-766 .

Il bel volume che recensiamo è la traduzione del Comentario interdisciplinar a la "Evangelium Vitae", diretto da padre Ramón Luca Lucas per la prestigiosa Biblioteca de Autores Cristianos e curato nell’edizione italiana dallo stesso padre Lucas e da mons. E. Sgreccia, vicepresidente della Pontificia Accademia per la Vita ed esponente di spicco della bioetica cattolica.

Evangelium vitae si presenta come una sintesi dell’insegnamento della Chiesa sul senso, la dignità e il rispetto della vita umana e appare come un ideale punto d'arrivo del magistero e dell'impegno di Giovanni Paolo II in difesa della vita. Scopo dell’opera è di evidenziare le ragioni intime, filosofiche, teologiche, morali e giuridiche della dottrina contenuta nell’enciclica, secondo un desiderio dello stesso Santo Padre che - come ricorda il curatore spagnolo (p. XXVII) - nel numero 82 dell'enciclica affermava che "agli educatori, insegnanti, catechisti e teologi spetta il compito di mettere in risalto le ragioni antropologiche che fondano e sostengono il rispetto di ogni vita umana".

Il Commentario ha un taglio interdisciplinare, come esige la complessità stessa dell'enciclica che spazia dalla filosofia alla teologia, dalla cristologia all'etica, e che presuppone conoscenze specifiche nei campi più diversi, biomedico, giuridico, sociologico, pedagogico. Ognuno dei 29 collaboratori ha formulato la sua esposizione tenendo presente tutto il documento, ma analizzandolo dal punto di vista della propria competenza: questo ha permesso di evitare continue ripetizioni e sovrapposizioni, così come quelle generiche introduzioni che, rincorrendosi di capitolo in capitolo, tediano spesso il lettore di opere consimili. Così, per esempio, i diversi interventi sull'aborto non sono semplicemente accostati e giustapposti, ma costituiscono altrettanti capitoli di un discorso unitario nel quale A. Rodríguez Luño tratteggia l'aspetto squisitamente etico, M. Rhonheimer studia la mentalità anti vita sottesa tanto all’aborto quanto alla contraccezione, L. Melina esamina il tema della cooperazione al male focalizzando il problema della cooperazione nell’ambito di leggi ingiuste, V. De Paolis mostra il significato pastorale delle pene canoniche, M. Ryan espone le problematiche politiche e G.-F. Dumont le questioni socio-demografiche correlate.

L'opera si compone di tre grandi sezioni. La prima sezione contiene una Sinossi che evidenzia la struttura logica dell'enciclica e ne enuclea, numero per numero, i contenuti; si riporta quindi il testo ufficiale latino dell'enciclica con una traduzione in lingua italiana.

La seconda sezione, corrispondente al Commentario vero e proprio, è organizzata in maniera tematica, seguendo la struttura dell'enciclica ed evidenziandone l'intima logicità e la consequenzialità dei contenuti. Non potendo ovviamente dar conto della straordinaria ricchezza dei singoli interventi, ci limitiamo a delineare il disegno d'insieme. Nella prima parte viene esaminato il contesto sociale e culturale nel quale ha potuto mettere allignare ed espandersi l’ormai diffuso e sfrontato atteggiamento di ostilità contro la vita. Lo studio critico di G. Miranda sull’emblematica espressione "cultura di morte", ricorrente più volte nell’enciclica, apre la strada alle analisi puntuali di R. Lucas Lucas, R. Fisichella, G. Villapalos e J. M. Garcia Ramos che, con ampio respiro dottrinale e acutezza interpretativa, individuano le radici di questa perversa cultura antiumana: il soggettivismo e l’individualismo, il secolarismo e la perdita del senso di Dio, il materialismo edonista e utilitarista, il relativismo etico in stretto rapporto con l’assolutizzazione dell’idea di tolleranza democratica.

Nella seconda parte, dopo un capitolo introduttivo, pertinente alla teologia fondamentale, nel quale K. J. Becker considera il valore dogmatico o nota teologica - come si suol dire - di tre solenni dichiarazioni magisteriali inserite nel contesto dell'enciclica e fa il punto della delicatissima questione della competenza del magistero nell’ambito della legge naturale, si illustrano i fondamenti teologici dell'enciclica, che sono poi i fondamenti di una bioetica autenticamente cristiana. La vita umana, di cui Dio è signore e creatore, viene proiettata da G. Del Pozo Abejón in un orizzonte cristologico: l'uomo è stato infatti creato a immagine del Verbo incarnato, che è la fonte della vita, di ogni vita nel mondo. Con la sua nascita, la sua esistenza e la sua morte-resurrezione egli non solo annuncia e compie la Scrittura della vita, come ricorda A. Izquierdo, ma personalmente è - come sottolinea con forza R. Tremblay - il Vangelo della vita, per mezzo del quale l’humanum, assunto e superato, ma non mortificato, dalla nostra adozione a figli, fiorisce nel dono della vita eterna. Di fronte al progetto d'amore e di vita che il Padre vuole realizzare attraverso il Figlio, si profila infine il mysterium iniquitatis che si manifesta come una lotta senza quartiere contro la vita, descritta con intensa partecipazione da I. Fucek.

La terza parte è dedicata agli aspetti morali: partendo da una acuta riflessione di D. Clancy sul valore assoluto e relativo della vita umana, si analizzano le principali tematiche dell'enciclica riportandole all’insieme della morale cattolica e in special modo al magistero di Giovanni Paolo II. Canta volutamente extra chorum  N. Blázquez che - non senza ragioni - giudica filosoficamente insostenibile e incoerente l’impostazione data alla pena di morte dal Catechismo della Chiesa Cattolica e precisata nell’enciclica, che riconducono la giustificazione teologica della pena capitale alla figura della legittima difesa (notiamo per inciso che l’editio typica, non ancora uscita al momento della stesura dell’articolo, riprende l’argomento così come è proposto nell’enciclica). Fanno seguito a quest’intervento i citati studi su aborto e contraccezione di Luño, Rhonheimer e Melina, per concludere con l’articolo di L. Ciccone sull’eutanasia e il principio di assoluta inviolabilità della vita umana innocente.

Gli stessi problemi trattati nella terza parte sono visti nella quarta parte dal punto di vista giuridico, scientifico e sociale. F. D’Agostino studia in primo luogo l'aspetto giuridico, cioè la relazione fra legge civile e legge morale, mentre V. De Paolis illustra il significato di protezione della vita esercitato dalle pene canoniche e in particolare dalla scomunica in caso di aborto procurato; un secondo gruppo di interventi considera il rapporto fra l'insegnamento di Evangelium vitae e l'ideale democratico (C. A. Anderson), l'aspetto socio-politico dell'aborto (M. Ryan) e il fenomeno demografico in connessione con le politiche di controllo della popolazione, delle quali G.-F. Dumont dimostra ancora una volta l'infondatezza oltre che l'inammissibilità morale. La sezione si chiude con unoistudio scientifico dettagliato e organico dovuto a tre esponenti del Centro di Bioetica dell'Università Cattolica di Roma: A. Serra, fa il punto sullo statuto ontobiologico dell'embrione umano, A. Spagnolo espone la dottrina cattolica sulla fecondazione artificiale collocandola nel suo contesto tecnico e culturale, mons. E. Sgreccia infine chiarisce la posizione della morale riguardo agli interventi su embrioni e feti umani.

La quinta parte del Commento, di indole più pastorale, articola il progetto per una nuova cultura della vita e ne indica i contenuti, i compiti e i soggetti: l'educazione della sessualità come servizio alla vita (M. L. Di Pietro), la famiglia al servizio della vita (F. Gil Hellín), le realizzazione concrete per servire, proteggere e accogliere la vita (C. Casini), l'atteggiamento cristiano davanti al dolore e alla morte umana (B. Kiely).

Il Commento è arricchito da una terza sezione di preziosi indici: prima di tutto l'indice delle referenze, che è completato da un utile repertorio delle fonti delle note dell'enciclica nel quale si danno per disteso, tradotti in italiano, i testi magisteriali, patristici e teologici richiamati nel corso dell'enciclica; segue un indice tematico che rimanda sia ai temi principali dell'enciclica sia a corrispondenti luoghi del Commento; le ultime pagine sono infine dedicate a un indice degli Autori citati nel testo.

Non è un libro divulgativo, né sempre di semplice lettura, ma un lavoro di grande impegno, rivolto a lettori preparati e motivati e soprattutto - come si legge nell'Introduzione del Curatore (p. XXVIII) - agli ambienti universitari. Si tratta di uno studio che, superando la funzione in qualche modo ancillare del semplice commento, gode di una sua autonomia rispetto all'enciclica e rappresenta adeguatamente la fisionomia della bioetica cattolica oggi . Ringraziamo perciò coloro che hanno contribuito a mettere a disposizione del pubblico italiano un’opera che - a nostro avviso - rappresenta un punto di riferimento per la riflessione e potrà rivelarsi fonte feconda di stimoli e suggestioni per il sorgere e l'affermarsi di una autentica cultura della vita.

 


 
 
 
 
 
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