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Rivista Antonianum
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Foto Conti Martino , I. - 4° Corso di formazione francescana (6-11 ottobre 1980), in Antonianum, 56/1 (1981) p. 224-227 .

Presso il Pontificio Ateneo « Antonianum » nei giorni 6-11 otto­bre 1980 ha avuto luogo il quarto Corso di formazione francescana. Mercoledì 8 è stato presente anche il Rev.mo Padre Generale e Gran Cancelliere dell'Ateneo, P. Giovanni Vaughn, che ha rivolto alcune parole di saluto ai corsisti e di plauso per l'iniziativa. Il numero dei partecipanti è stato di 170, tra religiosi (in maggioranza), religiose e laici; da rilevare la presenza di alcune Madri Generali degli Istituti Francescani femminili e la stessa Presidente del MO.RE.FRA, Madre Romualda Trincherà.

Il tema del 4° Corso era: Lettura delle Fonti Francescane attra­verso i secoli: il 1400. E come sottotitolo: Alla ricerca di una « meto­dologia francescana » nei momenti di « svolte storiche ».

Presentando il corso, il Rettore Magnifico dell'Ateneo, P. Gerardo Cardaropoli, ha trattato il tema: I Francescani alle svolte della storia. La scelta del tema è stata suggerita dalla celebrazione del sesto cen­tenario della nascita di san Bernardino da Siena, non come pure ricerca storica, ma con lo scopo preciso di individuare una meto­dologia per il rinnovamento nel quale anche oggi siamo impegnati. Partendo dalla convinzione che la Chiesa è « semper reformanda », egli ha cercato di precisare il ruolo specifico dei religiosi. Essi, nel passato, ne sono stati sempre « i promotori ». Dai loro monasteri o conventi, il processo di rinnovamento si è esteso a tutta la Chiesa, e da questa alla società. Si tratterebbe di riscoprire anche oggi que­sto ruolo. Il P. Cardaropoli ha dimostrato il suo assunto, con parti­colare riferimento al « Quattrocento Francescano » parlando di quattro componenti: 1) gli autori del rinnovamento; 2) la riforma dello spirito e il rinnovamento delle strutture; 3) i contenuti del rinnova­mento;  4)  gli studi e la formazione.

La prolusione del corso è stata tenuta dal prof. Giorgio Petrocchi, dell'Università di Roma, sul tema 27 1400: quadro socio-politico, cul­turale ed ecclesiale. Con la competenza che gli è propria e con la sensibilità di un cristiano convinto, il prof. Petrocchi ha inquadrato il movimento francescano del 1400 nel contesto storico e culturale. Una particolare attenzione egli l'ha dedicata alle esigenze di una più autentica spiritualità, di cui anche quel secolo era assetato e di cui esistono eminenti espressioni. Si trattava però di una mistica che non estraneava dal partecipare alle vicende sociali e politiche, ma molto spesso le animava dell'autentico spirito cristiano.

Nei giorni 7-10 sono state affrontate alcune tematiche fondamen­tali, riguardanti il fenomeno dell'Osservanza in generale e quello dell'Osservanza francescana in particolare, le fonti francescane cono­sciute nel 1400 e la lettura che delle stesse è stata fatta in quel periodo storico.

Anche il 4° corso, come i tre precedenti, è stato organizzato in modo che al mattino si tenevano le relazioni e al pomeriggio ricerche « guidate ».

P. Mario Fois, S.J., trattando il tema II fenomeno dell'Osservanza negli Ordini religiosi tra il 1300 e il 1400. Alcune particolarità del­l'Osservanza francescana, ha offerto un quadro delle dimensioni del moto di Osservanza, come si è manifestato in quasi tutti gli Ordini monastici e mendicanti, dei diversi ceti ecclesiali che vi hanno preso parte, delle strutture giuridiche adeguate che garantirono l'afferma­zione dell'Osservanza, della tendenza fondamentale incentrata sul ri­pristino dell'osservanza regolare per il recupero dell'identità del reli­gioso secondo la propria vocazione; infine si è soffermato sulle par­ticolarità dell'Osservanza francescana che, rispetto a quella degli altri Ordini mendicanti, presenta alcune caratteristiche proprie, quali: lo spontaneismo di base, un pluralismo di riforma, un pluralismo nel regime giuridico, la povertà e una certa litigiosità.

P. Atanasio Matanic, O.F.M., ha presentado Le Fonti Francescane conosciute dagli storici del 1400 e la loro interpretazione. In parti­colare ha illustrato quattro figure tipiche del 1400: Giacomo Oddi da Perugia   (+1488),   Alessandro   Ricci   de   L'Aquila   (+1497/8),  Nicolò

Glassberger di Moravia (f dopo il 1508) e Mariano da Firenze (-j- 1523), le fonti da loro conosciute, preferite e lette, alcuni principi di let­tura adottati dagli stessi e le idee che emergono dalla lettura dei loro scritti.

P. Cristoforo Bove, O.F.M. Conv., indagando su Le Fonti France­scane nei documenti pontifici del sec. XV, si è limitato ad analizzare il significato ecclesiale delle denominazioni minoritiche, come risul­tano dai documenti pontifici e dal linguaggio dei Papi.

P. Antonio Sousa Costa, O.F.M., ha ricercato Le Fonti Francescane nei testi legislativi francescani del 1400. Premesse alcune osservazioni sulla situazione ecclesiale dell'inizio 1400, segnata da una profonda divisione con forti ripercussioni anche nell'Ordine Francescano, il relatore ha affrontato tre punti del vasto tema assegnatogli: l'impor­tanza dei capitoli come fonte legislativa e disciplinare francescana e forza obbligatoria delle loro determinazioni; l'istituto dei vicari nella prospettiva della « forma vitae » e delle dichiarazioni pontificie nella legislazione del 1400; gli studi dell'Ordine in prospettiva di una vita povera e fraterna e in funzione dell'apostolato nella legislazione fran­cescana del 1400.

P. Andrea Boni, O.F.M., studiando La Regola francescana nell'in­terpretazione del 1400, si è soffermato sulla metodologia adottata dai francescani nella mediazione tra fede e cultura, sul contesto dottri­nale (teologico e giuridico) nel quale hanno ricevuto la Regola dalle precedenti generazioni, del conto che ne hanno fatto e con quali intenzioni l'hanno passata alle future generazioni. In particolare egli ha rilevato che la fedele Osservanza della Regola è stata il presupposto metodologico della mediazione culturale francescana del 1400 — in essa infatti i Frati Minori dell'Osservanza hanno riscoperto la voca­zione-missione propria dell'Ordine e individuato altri valori propri della Regola, come la fraternità e la promozione umana e culturale dei frati —, e che se i frati della riforma del 1400 hanno potuto promuovere un autentico rinnovamento spirituale per l'Ordine e per la Chiesa, lo si deve alla fiducia che essi hanno avuto nella loro Regola e al fatto che l'hanno accettata come espressione di tutta la volontà di san Francesco e di tutta la vocazione-missione dell'Ordine dei Frati Minori.

P. Mariano d'Alatri, O.F.M.Cap., incaricato di illustrare La figura dì san Francesco nella predicazione popolare dei francescani del 1400.

 

S. Bernardino da Siena, si è fermato ad analizzare gli scritti del Se­nese, nei quali san Francesco è presentato come « angelo del sesto sigillo », ma senza rivendicare per lo stesso la missione escatologica, e come modello di vita cristiana da imitare nella sua umiltà, nel suo amore verso tutti e nell'impegno sulla via della croce, e come modello di vita mista, cioè tutto dedito all'evangelizzazione e alla contem­plazione.

P. Antonio Blasucci, O.F.M.Conv., nel trattare Le Fonti France­scane nella letteratura spirituale del 1400, si è soffermato sul De conformitate di fra Bartolomeo da Pisa, con qualche riferimento alla Franceschina di fra Giacomo Oddi. Dopo aver rilevato che fra Bar­tolomeo da Pisa conosceva tutti i documenti primitivi di vita fran­cescana (direttamente o indirettamente) e che è fedele nel riportarli, attraverso un'attenta analisi del De conformitate ha dimostrato che non è intenzione del Pisano esaltare san Francesco, bensì l'opera di Cristo in Francesco, e ha presentato la trama contenutistica del­l'opera stessa e l'attualità del suo messaggio per il mondo d'oggi.

P. Martino Bertagna, O.F.M., ha parlato su Le nuove forme di apostolato nel 1400 alla luce delle Fonti Francescane. Premesso che si dovrebbe parlare più di restauro che di « nuove forme » di aposto­lato, il relatore ha elencato alcune novità della predicazione bernar-diniana: restauro della predicazione sotto l'aspetto redazionale, espo­sitivo e contenuistico, carattere popolare e simbolico della sua predi­cazione, predicazione, fatta in « équipe », che porta sul pulpito il Diritto Canonico, cioè un diritto in funzione della pastorale.

P. Ermenegildo Frascadore, O.F.M., presentando La tipologia della santità francescana in alcuni testi agiografici del 1400, ne ha trac­ciato il cammino e messo in evidenza alcuni aspetti caratteristici: riferimento a Francesco, osservanza fedele della Regola, esercizio della povertà e dell'umiltà, meditazione della passione di Cristo.

P. Pierre Peano, O.F.M., studiando Le Fonti Francescane nel rin­novamento delle Clarisse e nei movimenti femminili francescani del 1400, ha riscontrato una certa continuità d'ispirazione e di vita, e una fedeltà al messaggio di Francesco e di Chiara sia nel II Ordine che nei movimenti femminili francescani. Benché fossero pochi i mo­nasteri nei quali verso la fine del 1300 si professava la Regola di Chiara del 1253, si può tuttavia dire che le Clarisse conoscevano tutte le fonti giuridiche del II Ordine; quanto alle Suore appartenenti ai movimenti femminili francescani, si nota una certa tendenza a ispi­rare i loro Istituti alle Regole di Francesco e di Chiara.

P. Lino Temperini, T.O.R., evidenziando Le Fonti Francescane in alcune esperienze di francescani laici del 1400, ha affermato che manca ordinariamente un approfondimento teorico delle Fonti Fran­cescane e che dallo studio delle molteplici esperienze si può tracciare la seguente tipologia della santità dei francescani laici: forte bisogno di Dio, impegno di conversione, primato della preghiera, pellegrinaggi penitenziali, povertà come segno e mezzo di un amore più grande, opere di misericordia, zelo per la salvezza delle anime, alternarsi di momenti di vita solitaria e di attività.

Nella mattina dell'I 1 ottobre, a conclusione del corso, si è tenuto un « Panel » sul tema / Francescani nel contesto dell'umanesimo rina­scimentale, con la partecipazione di alcuni relatori, introdotto e gui­dato dal dott. Alfredo Cocci.


 
 
 
 
 
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