Giraldo Roberto                                      ,
                                      
                   Recensione: Walter Kreck, Dommatica evangelica. Le questioni fondamentali , 
                       
                   
                                      in 
                       Antonianum, 67/4 (1992) p. 542-543 
                   
                                      
                                      
                   
                   
                                      
                   
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	Walter Kreck (nato nel 1908), professore emerito della facoltà teologica dell'Università di Bonn e attuale collaboratore di vari movimenti per la pace, è probabilmente un autore poco conosciuto in Italia. È questa, infatti, la sua prima opera tradotta in italiano. 
	Sergio Rostagno, nella presentazione, la definisce «un manuale lineare e scolastico, destinato soprattutto agli studenti ed alle persone desiderose di formarsi una cultura teologica». 
	Condivido questo suo parere e ne sottolineo l'aspetto positivo anche dal punto di vista ecuménico: é un testo di grande utilitá e chiarezza per chiunque vo-glia conoscere la teología evangélica. 
	Infatti, al di la della diversitá di talune posizioni dommatiche, quello che ri-salta continuamente é il diverso substrato antropológico: l'uomo «cieco e sordo», «chiuso e incapace», addirittura «morto» davanti alia Parola di Dio e all'offerta di grazia. Offerta che riluce in tutta la sua forza e in tutto il suo valore proprio quando l'uomo, mediante l'ascolto e l'ubbidienza al vangelo, si comprende come un enigma per cui senté decisivo il rapporto che Dio ha con lui e il dono della fede. II credente, in definitiva, é l'uomo che, disperando di se stesso, dice il suo sí fiducioso a Dio e al rinnovamento da Lui voluto. 
	Strutturalmente, il libro é diviso in tre parti: la sentenza liberatoria di Dio pronunciata una volta per sempre in Gesü Cristo, la conseguente liberta del-l'uomo e, da ultimo, una serie di 49 excursus dove il riferimento ad altri autori o ad altre concezioni si fa piü preciso e serrato. 
	É come se l'Autore avesse voluto evitare di appesantire la lettura del testo con molti rimandi e altrettante note pur concedendosi contemporáneamente uno spazio piü adeguato per una opportuna riflessione e un confronto piü diretto. 
	Nella prima parte, oltre alia diversa visione antropológica e alia proclama-zione della centralita del Cristo, viene dato ampio spazio anche a tutto il problema del rapporto tra la Scrittura, la cui autoritá e sovranitá derivano solamente dalla Parola di Dio, e la Chiesa. 
	La seconda parte é tutta dedicata all'uomo e alia sua risposta ad una Parola che mira proprio ad essere riconosciuta e condivisa liberamente. É il binomio Parola e fede che viene visto qui in tutte le sue valenze tenendo cioé contó di tutto quel processo di liberazione che solo lo Spirito Santo rende possibile coinvol-gendo l'uomo in un assenso di fede, in una vera conoscenza di sé, spingendolo nella dedizione al prossimo e dandogli la forza d'una speranza attiva. 
 
                
               
                              
                              
                            
                            
                                                        
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