Aracic Dinko                                      ,
                                      
                   Recensione: Umberto Casale, Benedetta fra le donne. Saggio teologico sulla mariologia e la questione femminile , 
                       
                   
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                       Antonianum, 65/2-3 (1990) p. 388-390 
                   
                                      
                                      
                   
                   
                                      
                   
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	Il mistero mariano quale elemento essenziale del discorso teologico viene affrontato dall'A. con un approccio interdisciplinare, filosofico, antropologico e teologico, per offrire una chiave di lettura dell'intero mistero cristiano, del « tutto nel frammento ». Lo studio prende l'avvio dal dato biblico-storico della «teologia fontale » (13-21), offre poi una sintesi storica della teologia mariana, con una riflessione sistematica sui dogmi mariani a partire dalla maternità messianica quale « principio unificatore » della costruzione mariologica e dalla santità singolare della « piena di grazia », sorgente dei dogmi recenti, per terminare con uno sguardo alla pietà mariana del « consensus fidelium » (pp. 35-99). 
	La trattazione è caratterizzata dall'attenzione particolare prestata al messaggio antropologico della mariologia, cioè al rapporto della Vergine con il mondo femminile che, compresa la « postfazione » della Corderò Cabrini — una delle sette donne ricordate nella  dedica del volume — occupa quasi la metà della presente indagine teologica (pp.  100-179). La mariologia ha qualcosa da dire all'essere donna oggi? Per rispondere a questa domanda  FA.   « arrischia  l'avventura »   chiamando   in  causa   due scritti  di  Lou   Andreas   Salomé,   pensatrice   tedesca   contemporanea   di Nietzsche, Rilke e Freud, L'umano come donna e L'erotismo, i quali prospettano l'autonomia e l'unità interiore del femminile, in quanto essere più vicino all'origine della vita, più compiuto e capace di concentrazione, ed al quale il maschio deve sempre riferirsi (110). Da qui l'affermazione della « reciproca induzione »  tra  la  donna  e  la  Madonna:   lo   specifico femminile serve per la comprensione della figura di Maria e questa a sua volta illumina la specificità della donna e rivela il significato del femminile nell'insieme della  storia  salvifica  che  Dio  ha  intessuto  con  l'umanità. «L'unione tra la vergine e  la madre è  interiormente  più  profonda  di quanto possa apparire nel passaggio dalla vergine alla madre» (pp. Ili e 116). Con le categorie della maternità e della verginità quest'analisi teologica cerca di presentare sia il discorso di fede su Maria di Nazaret che la concezione « teologica » della donna e  dell'uomo. Con la  sua partecipazione attiva all'opera della salvezza Maria diventa simbolo  dell'umanità nuova, modello di tutta la Chiesa nella riscoperta del femminile  quale valore universale e dato essenziale di ogni cammino di fede (p. 134). 
	« Benedetta fra le donne » di Umberto Casale si rifa ad una mariologia in chiave antropologica, attenta non solo al moderno, ma anche al « postmoderno », ecumenicamente aperta e al servizio dell'uomo (maschio e femmina), messaggera del mistero di Dio e dell'uomo, dell'antropologia divina e della teologia umana; desta pertanto meraviglia il ricorso al classico «principio fondamentale » nella mariologia (p. 35), ormai superato dalla trattazione mariologica post-conciliare che inserisce il mistero mariano nel mistero di Cristo e della Chiesa, spiegandolo a partire da questa realtà unitaria e non più da un principio astratto. E inoltre, sebbene l'A., il quale vede ottimisticamente in ogni donna Maria che crede, spera e ama (p. 117), pare voler in qualche modo correggere l'assioma medievale che considerava la donna un « mas occasionatum » con l'affermazione che anche l'uomo potrebbe apparire come « foemina occasionata », dal momento che ogni persona umana, anche il maschio, ha qualcosa di femminile (p. 116), questa sua visione difficilmente potrà essere accettata dalle femministe di ieri e di oggi che rimproverano alla teologia e al culto la presentazione di Maria come serva obbediente del Signore al servizio del Dio patriarcale dei maschi. 
 
                
               
                              
                              
                            
                            
                                                        
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