Nobile Marco                                      ,
                                      
                   Recensione: Emil Schiirer, Storia del popolo giudaico al tempo di Gesù Cristo (175 a.C. -135 d.C.), 
                       
                   
                                      in 
                       Antonianum, 61/4 (1986) p. 777-779 
                   
                                      
                                      
                   
                   
                                      
                   
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	Si deve salutare come un grande evento letterario, storico e biblico-esegetico, nel panorama culturale italiano, la traduzione e pubblicazione della classica Geschichte di E. Schiirer, apparsa per la prima volta, con titolo diverso, nel  1874 e passata attraverso quattro edizioni  tedesche finché M. Black, dopo la traduzione dell'ultima ed. tedesca (1964) non ha incaricato G. Vermes e F. Millar di rivedere ed aggiornare la grande opera. 
	Un piano veramente immane, perché da un lato si voleva e si vuole lasciare intatta sostanzialmente l'opera dello S., servita da manuale a generazioni di studiosi; dall'altro, era necessario rivedere a fondo tutta la « Storia », correggendola ed aggiornandola nel campo bibliografico e in quello degli studi archeologici, in genere, e degli studi papirologici, epigrafici e numismatici, in particolare; vi era, inoltre, da creare di sana pianta le notizie circa la documentazione del Mar Morto. In realtà, quest'ultima non è stata l'unica creazione: praticamente, come si è detto, è tutta l'opera che è stata rivista e arricchita, come ad es. là dove alla correzione di testi citati dallo S., è dovuto seguire anche il riadattamento dell'argomentazione. 
	L'aggiornamento raggiunge il 1972. 
	Ora, la Paideia presenta proprio il frutto di questo colossale lavoro in tre volumi, il primo dei quali è oggetto delle nostre presenti considerazioni. Esso riporta l'introduzione e la storia politica della Palestina dal 175 a.C. al 135 d.C; nel 2° volume saranno trattate le istituzioni politiche e religiose e il 3°, infine, comprenderà il giudaismo della diaspora, la letteratura giudaica e indici analitici. 
	La visione del 1° volume, la cui veste editoriale è elegante senza essere lussuosa, dà già l'idea dell'importanza fondamentale dell'opera nel campo delle ricerche storico-bibliche e convince della saggezza del progetto di conservare questo monumento scientifico. 
	Neil'Introduzione, lo studioso trova raccolto quanto di essenziale deve avere e sapere non solo per potersi destreggiare nella tematica dell'opera, ma anche per desiderare un ampliamento di confini, che sia il punto d'inizio di ulteriori studi storico-filologici. Paragrafi e sezioni, ben distribuiti, sono accompagnati ciascuno da una bibliografia fondamentale. Particolarmente ricco è il paragrafo delle fonti, comprendente i due libri dei Maccabei, fonti perdute (frammenti o citazioni di autori, come Giasone di Cirene, Strabone, Nicola di Damasco, ecc.), le opere di Giuseppe Flavio, autori greci e latini, letteratura rabbinica (una conduzione didatticamente chiara, sintetica e completa), manoscritti del deserto giudaico. 
	La Parte Prima dell'opera contiene la storia politica della Palestina del citato lasso di tempo, suddivisa in due periodi: 1) da Antico IV Epifane alla presa di Gerusalemme da parte di Pompeo  (175-63 a.C):  è l'età dell'insurrezione maccabaica e dell'indipendenza giudaica; 2) dalla presa di Gerusalemme alla guerra di Adriano (63 a.C-135 d.C), cioè l'epoca romano-erodiana. 
	Il volume si chiude con otto appendici. 
	  
	 
	  
 
                
               
                              
                              
                            
                            
                                                        
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