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Libri nostri: ANTONINO FRANCHI, La svolta politico-ecclesiastica tra Roma e Bisanzio (1249-1254) - La legazione di Giovanni da Parma - II ruólo di Federico II (= Spicilegium Pontificii Athenaei Antoniani, 21)

 
 
 
Foto , Libri nostri: ANTONINO FRANCHI, La svolta politico-ecclesiastica tra Roma e Bisanzio (1249-1254) - La legazione di Giovanni da Parma - II ruólo di Federico II (= Spicilegium Pontificii Athenaei Antoniani, 21), in Antonianum, 56/4 (1981) p. 864-866 .

La pagina di storia medievale, situata proprio a meta del secólo XIII, verso il tramonto di Federico II (13 dicembre 1250), negli ultimi anni del governo di papa Innocenzo IV (1243-1254), di Giovanni III Ducas Vatatze imperatore bizantino di Nicea (1222-1254) e del patriarca ecuménico Manuele II (1243-1254), presenta certamente una svolta politico-ecclesia­stica nelle relazioni tra Roma e Bisanzio.

La novitá é costituita dal tentativo di raggiungere una pace política e religiosa, concordata e simultanea, su basi realistiche, tra il mondo latino e quello greco-bizantino. Su richiesta dell'imperatore di Nicea nel 1249 Innocenzo IV istituisce una legazione, affidandola al ministro genérale dei Francescani Giovanni da Parma (che la storiografia ha quasi ignorato). Secondo i documenti ufficiali — alcuni inediti, altri inutilizzati o equi-vocati — nel 1250 fu raggiunta una piattaforma di trattato di riconciliazione — una ipotesi di sostanziale accordo — durante e mediante la legazione di Giovanni da Parma, nell'ultimo anno di vita di Federico II, nonostante la sua opposizione. Accordo raggiunto nel Sínodo di Ninfeo (presso Smirne), ove erano presentí l'impero e la Chiesa di Bisanzio, con la parie-cipazione degli Armeni di Cilicia, di prelati e teologi dell'epoca, compreso il grande polemista Blemmide. Un Sínodo greco ove furono prese delibera-zioni — che le fonti presentano tranquille e con il consenso dei patriarchi dell'area bizantina — atte a risolvere il duplice problema político ed eccle-siastico della pace tra due popoli e due Chiese. I « Capitula pacis » di Ninfeo e il conseguente «Responsum, viva voce » di Innocenzo IV ap-paiono indubbiamente il migliore tentativo di riconciliazione tra Bisanzio e Roma del secólo XIII, non escluso quello «imposto » durante il Con­cilio II di Lione del 1274.

Questo lavoro si struttura in sette capitoli e una appendice. Capitolo primo (pp. 11-60): sonó ricercate le origini e le motivazioni che spingono 1'imperatore niceno Giovanni III ad inviare presso la curia pontificia di Lione i suoi messaggeri; si precisa lo scopo ufficiale della legazione di Giovanni Buralli con l'eventuale íncarico político infórmale, implicante Federico II, in lotta con il papato.

Capitolo secondo (pp. 61-82): vengono ricostruite le vicende del Sínodo greco di Ninfeo (1249-1250), mediante fonti greche e latine; si confígurano le sue caratteristiche e le presenze, comprese quelle preziose degli Armeni di Cilicia.

Capitolo terzo (pp. 83-134): é dedicato ai risultati del Sinodo con le sue decisioni di inviare presso Innocenzo IV una « solenne» legazione imperiale e patriarcale, recante i « Capitula pacis »; di questi viene pre-sentata — per la prima volta — una edizione critica, seguita da una analisi del contenuto.

Capitolo quarto (pp. 135-192): tratta la formazione della prima lega­zione bizantina, bloccata da Federico II in regno Apuliae; vi compaiono le edizioni di vari documenti, tra i quali una inédita lettera pontificia, ricca di preziose notizie sino ad oggi ignote. Sappiamo, ad esempio, che la legazione imperiale e patriarcale era composta di 4 arcivescovi, 16 vescovi e «alte personalitá » dell'impero. Effettivamente quasi una meta del Sinodo veniva inviata al papa. Segué la vicenda della legazione liberata da Manfredi sulla fine del 1251 e dell'incontro e colloqui con Innocenzo IV a Perugia.

Capitolo quinto (pp. 193-216): vi compare l'edizione critica, con I'ana-lisi del contenuto religioso e político della risposta di Innocenzo IV. Essa affronta, tra altri problemi di ecclesiologia medievale, anche l'aggiunta del « Filioque » al Simbolo: la formulazione trinitaria viene lasciata libera.

Capitolo sesto (pp. 217-230): viene precisata la vera reazione bizantina circa la risposta innocenziana; così la pseudo crociata del 1253 contro i Greci; un paragrafo è dedicato anche ai « contra errores Graecorum »: scritti di polemisti dell'epoca (1252).

Capitolo settimo (pp. 231-260): viene studiata la seconda iterata lega­zione bizantina (spesso confusa nel passato con quella del 1250). La legazione in realtà viene nuovamente fermata in Apulia da Corrado IV e liberata poi verso il dicembre 1253. Segue poi la narrazione dei vari in­contri nella curia di Innocenzo IV, a Roma, Assisi e Anagni; quindi il ritorno in patria nella difficile situazione politico-militare dell'estate 1254. Il capitolo si chiude — e purtroppo anche la vicenda di riconciliazione si arresta — con la morte sopravvenuta, quasi contemporaneamente sul fi­nire dell'anno — dei tre protagonisti.

Appendice (pp. 261-272): vengono riferite e analizzate le fonti che parlano del tentato secondo viaggio in Oriente di Giovanni da Parma nel 1289. Un viaggio missionario; forse con vago e informale compito di riavvicinamento con Bisanzio.

Tre indici chiudono il lavoro. Di maggiore interesse e utilità è quello analitico, indicante problemi: Concili ecumenici, ruolo del papa romano, « Filioque », sedi patriarcali, restituzione dell'impero ai bizantini.



 
 
 
 
 
 
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