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Revista Antonianum
Datos sobre la publicación

 
 
 
 
Foto Vazquez Janeiro Isaac , Inaugurazione dell'anno accademico 1980-1981 e commemorazione del Venerabile G.D. Scoto, in Antonianum, 55/4 (1980) p. 756-775 .

La comunità dei professori e degli studenti del Pont. Ateneo An-toniano, insieme con i professori e gli studenti delle altre Università, Atenei e Istituti ecclesiastici, il 21 ottobre ha partecipato alla S. Mes­sa celebrata da Giovanni Paolo II nella Basilica Vaticana (l'Omelia del Santo Padre è riportata nell'Osservatore Romano del 23 otto­bre 1980).

Il giorno 7 novembre l'Ateneo Antoniano ha celebrato insieme l'inaugurazione dell'anno accademico 1980-1981 e la commemorazione del Ven. Giovanni Duns Scoto.

Il programma prevedeva il saluto e la relazione del Rettore Ma­gnifico P. Gerardo Cardaropoli; la relazione del P. Luca Modric Pre­sidente della Commissione Scotista sul tema: I lavori in corso per l'edizione critica delle Opere di G. Duns Scoto; la prolusione del P. Atanasio Matanic, professore ordinario nel nostro Ateneo, sul tema: Bonaventura e Bernardino, rapporto storico-ideale; parole di con­clusione del Rev.mo P. John Vaughn, Ministro Generale dell'Ordine dei Frati Minori e Gran Cancelliere dell'Antonianum.

Erano presenti alla celebrazione, oltre ai professori e studenti, il Card. F. Antonelli, il Vicario Generale P. Pontoglio, alcuni defini­tori generali, il Moderatore l'Ufficio per l'Educazione presso la Cu­ria generale il P. Murray, altre autorità dell'Ordine, di altri istituti religiosi e autorità accademiche di altre Università Pontificie.

1. Relazione del Rettore Magnifico

Per la seconda volta, facciamo coincidere l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Antonianum con la commemorazione del Ven. Gio­vanni Duns Scoto. Vale la pena ripetere che la coincidenza non è determinata soltanto da motivi organizzativi; ma vuole essere un segno del legame ideale e. reale che deve unire sempre più l'Anto-nianum al suo retroterra culturale, rappresentato dai centri di ri­cerca, dai quali esso ha bisogno di attingere costantemente la linfa vitale del pensiero e della storia. D'altra parte, sia l'Antonianum che gli istituti di ricerca, come la Commissione Scotistica o l'Istituto S. Bonaventura di Grottaferrata, sono a servizio dell'Ordine e, attra­verso l'Ordine, rendono un servizio particolare alla missione della Chiesa e contribuiscono al progresso della cultura.

Nella relazione che il 7 maggio u.s. inviavo al Definitorio Gene­rale, per fare un bilancio e una verifica a un anno di distanza dal Capitolo Generale, e per individuare le prospettive da attuare, mi permettevo esprimermi in questi termini: « La valorizzazione del­l'Antonianum e degli altri centri di studio che fanno capo al governo dell'Ordine sarà possibile nella proporzione in cui l'Ordine avrà una sua linea programmatica... Sulla base di una comune linea program­matica, il governo dell'Ordine chiederà all'Ateneo di qualificarsi, e si impegnerà a qualificarlo » (pp. 1-2).

La qualificazione dell'Ateneo, a servizio di una linea program­matica dell'Ordine e di tutto il Movimento francescano, rappresenta « il punto nodale » del nostro impegno e dei nostri sforzi. Essa costi­tuisce anche « il punto nodale » di questa mia relazione, che intendo far giungere a tutti i PP. Provinciali, dal momento che l'Antonianum appartiene a tutto l'Ordine.

Alla ricerca di una specificità

In questo momento, il processo di qualificazione ha un triplice punto di riferimento: 1) la storia francescana e il ruolo che gli studi hanno avuto nei periodi di rinnovamento; 2) le indicazioni del Capi­tolo Generale del 1979 e la successiva lettera di Narni; 3) il magistero della Chiesa, in modo particolare la costituzione « Sapientia Christia­na» e i discorsi di Giovanni Paolo II.

Appunto nel suo discorso ai professori e agli alunni degli Atenei omani, il 21 ottobre u.s., il Papa ricordava che la dimensione pasto­ie deve orientare costantemente gli studi che si fanno nelle uni-rsità ecclesiastiche romane, potenziando la competenza scientifica rché esse possano rendere un servizio qualificato alla missione della iesa universale e delle chiese locali, per un valido dialogo con la cultura laica e per contribuire all'opera di evangelizzazione del mondo contemporaneo.

Inoltre, Giovanni Paolo II, partendo dalla convinzione che Roma offre la possibilità di un privilegiato dialogo culturale a livello inter­nazionale e anche intercontinentale, esortava le università pontificie a impegnarsi « nell'approfondimento di campi distinti della ricerca secondo metodi forse differenti, ma restando nell'unità che scaturisce dalla verità» (Osservatore Romano, 23 ottobre 1980).

Ciò equivale a dire che nel comune servizio alla verità rivelata e all'impegno apostolico, ciascuno degli Atenei romani deve trovare il suo campo specifico, la sua metodologia particolare, il suo spirito qualificante. L'Antonianum intende essere fedele a questo mandato, non per spirito di vuoto trionfalismo, ma perché il pensiero france­scano, che fa da fondamento alla spiritualità e all'apostolato, rap­presenta un elemento di arricchimento per la Chiesa e per la cul­tura, anche nel momento attuale.

La coincidenza tra l'inaugurazione ufficiale dell'anno accademico, la celebrazione annuale in onore di Duns Scoto, l'omaggio da ren­dere a S. Bernardino da Siena in occasione del centenario della na­scita, vogliono essere espressione di questa « particolarità france­scana ».

La qualificazione dottrinale:   il cristocentrismo

Per confermare queste affermazioni, mi limito a richiamare al­cuni testi particolarmente significativi.

1) In primo luogo ricordo la visione cristocentrica di S. Bona­ventura. Per il Dottore Serafico, Cristo è « il medium septiforme », ossia dell'essenza, della natura, della distanza, della dottrina, della umiltà, della giustizia e della pace. E aggiunge: « la prima funzione di "medium" riguarda la metafisica; la seconda riguarda la fisica; la terza riguarda la matematica; la quarta riguarda la logica; la quinta riguarda l'etica; la sesta riguarda la politica; la settima riguarda la teologia » (In Hexaèm. Coli. I, n. 11; V, 331a). Secondo la visione bona-venturiana, in Cristo si opera una sintesi globale tra metafisica e feno­menologia, tra cosmo e storia, tra etica individuale e politica, tra scienza e fede, tra filosofia e teologia. E' una sintesi che postula di essere riproposta in pieno nel mondo contemporaneo, spaccato da mille divisioni, e come  sostegno  scientifico  al magistero cristocen-trico di Giovanni Paolo II.

2) Mantenendosi coerente con l'esigenza di non perdere i con­tatti con la realtà e la storia, Duns Scoto, al di là del ben noto cri-stocentrismo, non esita a sostenere la tesi che « la nostra teologia de facto non riguarda se non le cose contenute nella Scrittura, o che si possono ricavare da esse » (Ordinatio, Proh, pars 3, q. 1-3; I, 138). E aggiunge: « Siccome il primo oggetto della teologia, cioè sia il fine ultimo sia i principi che l'intelletto creato ricava da esso, sono prin­cipi pratici, ne segue che i principi della teologia sono pratici; dunque, anche le conclusioni sono pratiche » (ibid., pars. 5, q. 1-2; I, 208). Ov­viamente, non si tratta di un puro e cieco pragmatismo; ma di quello che noi oggi chiamiamo « rapporto » inscindibile fra teoria e prassi, tra fede e cultura, tra vita e apostolato.

3) Lungo questa linea si pose S. Bernardino da Siena, il quale fu esempio vivente della sintesi tra scienza, apostolato e santità, come ha ben ricordato Giovanni Paolo II, nel discorso tenuto all'Aquila il 30 agosto, u.s. Egli « sentì il bisogno di scegliere "l'ultimo posto" tra i seguaci di S. Francesco, pur riprendendo in mano i libri — che amava moltissimo — per approfondire il sapere, farsi una buona cul­tura teologica e prepararsi così all'apostolato della predicazione ». Il Papa continua: « San Bernardino, nel suo tempo, ebbe l'intuizione che il mistero di Gesù, "Via, Verità, Vita" (Gv 14,6), racchiuso nel suo Nome, che significava "salvezza", era l'annunzio di cui avevano bisogno gli uomini di allora, come quelli di sempre, e perciò si dedicò alla predicazione  del Vangelo  sotto  quel santo  segno.  Quel  segno simbolico traduceva la sua scoperta di un Cristo che porta a tutti gli uomini, in tutti i tempi e in tutte le condizioni di vita, un messaggio salvifico di valore universale.

Così il nome di Gesù diventò un soggetto vivo e vivificante nella sua predicazione per gli uomini del Quattrocento, ed era una fiamma accesa anche su tutta la raggiera dei precetti di ordine morale, ai quali il Santo richiamava gli indivi­dui, le famiglie, la società ». Poi, riprendendo la tematica già prean­nunziata nel messaggio di Assisi del 4 novembre 1978, e ripetuta nel discorso ai Capitolari o.f.m. del 21 giugno 1979, Giovanni Paolo II continuava: « Anche per noi si tratta di ricevere da San Bernardino il messaggio sul Cristo della Nuova ed Eterna Alleanza, rinnovatore di tutte le cose  (cfr. Apoc 21,5), vivificatore dell'uomo in tutte le dimensioni della sua esistenza. E' lo stesso messaggio che la Chiesa ci ha fatto ascoltare nel Concilio » (Osservatore Romano, 1° settem­bre 1980). Il Papa cita poi il celebre n. 10 della Gaudium et Spes sulla centralità di Cristo nel cosmo e nella storia.

In queste parole di Giovanni Paolo II, si può scorgere una ri­chiesta costante rivolta ai francescani: impegnarsi a stabilire un rap­porto vitale e profondo tra Cristo e l'uomo di oggi. All'approfondimente di questo appello, l'Antonianum ha dedicato la III settimana di studio sulle Fonti Francescane, della quale sono state già stampate le lezioni e sono state inviate a tutte le province dell'Ordine. Insieme ai molti ringraziamenti è giunta anche la richiesta di tradurre in inglese i volumi che contengono questi corsi.

Lo studio a servizio del rinnovamento

La settimana sulle Fonti, che abbiamo tenuto quest'anno dal 6 all'I 1 ottobre u.s., non soltanto non si discosta da questa tematica, ma la conferma pienamente. Il tema scelto era: « Lettura delle Fonti Francescane attraverso i secoli: il 1400 ». Come sottotitolo si poteva leggere: « Alla ricerca di una "metodologia francescana" nei momenti di "svolte storiche" ». Come per dire che ci interessava studiare il 1400 in funzione dell'attuale sforzo che l'Ordine sta facendo per il suo rinnovamento.

Bisogna dire che le lezioni tenute durante questa settimana sono state veramente illuminanti. Tra le altre cose importanti, con­trariamente a una convinzione molto diffusa, è emerso che lo studio è stato ritenuto come un mezzo indispensabile per tutta l'Osservanza del 1400, e in modo particolare per l'Osservanza francescana. Infatti, i grandi riformatori francescani sono uomini di eminente cultura. S. Bernardino, nel 1440 inizia personalmente la fondazione degli studi generali per la formazione degli aspiranti all'Ordine. S. Giovanni da Capistrano, nel 1444, pubblica il suo trattato « De promovendo studio inter Minores » (cf. V. Facchinetti, S. Bernardino da Siena, Milano 1933, pp. 474-475).

Nel capitolo X delle Costituzioni martiniane, poi, dove si parla dell'ammonizione dei frati e della visita, si stabilisce che i ministri siano diligenti e solleciti nell'inculcare e curare la promozione degli studi in tutte le province, in modo che gli studiosi siano provvistidel necessario sia per i libri che per gli altri bisogni. Sisto IV, nel 1472, allo scopo di incrementare gli studi della sacra teologia con­cedeva ai sindaci apostolici che potessero ricevere legati e sovven­zioni per le necessità dei frati che si dedicavano allo studio. Ma bisogna pensare che già nel Capitolo generale del 1437 fu ordinato che fossero istituiti nell'Ordine sedici Studi generali, con la facoltà di conferire il grado di magistero.

Questa decisione capitolare che l'Ordine avesse studi propri, oltre che per esigenze di disciplina e di rinnovamento culturale, era deter­minata soprattutto dalla volontà che gli studi servissero alla cono­scenza e all'insegnamento del pensiero francescano, per riqualificare la missione che i frati avrebbero dovuto svolgere nella Chiesa e per la Chiesa, come risulta dagli impegni importanti e delicati che a molti di loro venivano affidati.

In altre parole, dallo studio dell'Osservanza francescana del 1400, emerge un rapporto strettissimo tra la promozione degli studi e il rinnovamento dell'Ordine. Non si tratta, però, di studi finalizzati alla cultura in sé o a beneficio delle singole persone; anzi, ciò veniva decisamente rifiutato, in quanto sorgente di privilegi e motivo di discriminazioni. Si trattava, invece di finalizzare gli studi alla mis­sione dell'Ordine, e più specificamente alla predicazione e alla con­fessione. Giustamente, nelle citate costituzioni martiniane si legge: «La scienza è un dono di Dio, armatura per la difesa della fede cat­tolica, corona dell'Ordine, luce di verità e vita di coloro che cammi­nano nelle tenebre ».

Si tratta di indicazioni molto preziose per il periodo che attra­versiamo, dal momento che attualmente non mancano certamente nel­l'Ordine coloro che conseguono i gradi accademici. Essi però, molto spesso, non studiano le discipline teologiche e acquistano la cultura fuori dai centri di studi dell'Ordine; di conseguenza, non danno un valido e diretto contributo al suo rinnovamento.

L'Antonianum a servìzio del rinnovamento dell'Ordine

Nell'Antonianum, invece, ci stiamo impegnando lungo questa li-ea, subordinando ad essa ogni altra iniziativa. Ci sembra, infatti, che na sua riqualificazione è possibile soltanto nella proporzione in cui sso è realmente a servizio dello sforzo che l'Ordine sta facendo per il suo rinnovamento. Tra l'altro, dai dati forniti precedentemente, emerge una sorprendente coincidenza tra la storia e le indicazioni sia del Capitolo generale che del magistero di Giovanni Paolo II. Per quanto dipende da noi che ci troviamo nell'Antonianum, abbiamo introdotto questi orientamenti nei nuovi Statuti, che attualmente sono sottoposti all'approvazione della S. Congregazione per l'Educa­zione Cattolica. L'attuazione di questi orientamenti, però, postula l'impegno convergente sia delle attuali componenti dell'Antonianum (dirigenti, professori, studenti, officiales) che del governo dell'Ordine. Esso però postula anche sensibilità e disponibilità da parte di tutte le Province e di tutti i frati.

L'occasione propizia per avviare concretamente questa conver­genza di intenti, può essere rappresentata dal prossimo Consiglio Ple­nario dell'Ordine che si terrà nell'ottobre 1981, e che ha per tema appunto quello della formazione di base e della formazione perma­nente dei frati. Tra i luoghi della formazione, l'Antonianum non può non avere un posto eminente. I suoi compiti, però, dovrebbero essere meglio precisati in riferimento alla individuazione e alla scelta dei mo­delli da proporre all'Ordine in questo momento, attraverso un rap­porto strettissimo tra « fedeltà e novità », se non si vuole che, ancora una volta, il discorso sulla formazione sia ridotto alla pura meto­dologia e « piova dall'alto ».

Alcuni dati riguardanti la vita dell'Antonianum

E adesso, in sintesi, presento i dati riguardanti l'anno trascorso.

  1. Un primo fatto rilevante è stata la nomina del nuovo presi­dente del Collegio, il P. Gerardo Coens, e del Vicario, P. Luigi Peru­gini. Sono persone che rifuggono da elogi; ma non posso sottrarmi all'obbligo di sottolineare lo sforzo enorme che essi stanno facendo per creare nel collegio di S. Antonio in Roma un clima di famiglia. Difficoltà di ogni genere, a cominciare dall'invecchiamento e dalla mancanza di personale, li costringono a moltiplicare i loro sacrifici. Sono convinto che a loro dobbiamo molta riconoscenza.
  2. Un secondo fatto che interessa direttamente l'Antonianum, e al quale ho già accennato, è rappresentato dalla preparazione dei nuovi Statuti in base alla « Sapientia Christiana ». A quanto mi è dato sapere, essi sono stati apprezzati dal Definitorio Generale, e speriamo che lo siano anche dalla S. Congregazione. Gli Statuti sono stati preparati all'insegna di due criteri: la riqualificazione e il rin­novamento sia dei programmi che del personale. Del pesantissimo lavoro, devo ringraziare soprattutto i tre Decani: P. Conti, P. Boni e P. Mariani.
  3. Un fatto rilevante per la vita dell'Ateneo è stata la commemo­razione del centenario della nascita di S. Bernardino da Siena, tenuta il 20 maggio da S. Emin.za il Cardinale Anastasio Ballestrero, Arci­vescovo di Torino e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
  4. Della settimana sulle Fonti Francescane, tenuta dal 6 all'I 1 ottobre, e della sua tematica, ho già parlato. Nella nostra aula magna sono stati tenuti altri due importanti incontri culturali: un simposio organizzato dai PP. Passionisti, come espressione della Scuola di Teo­logia della Croce, sulla tematica « Sofferenza e salvezza, oggi » e il primo convegno nazionale dell'Associazione nazionale di spiritualità.
  5. Un contributo notevole e costante da parte di alcuni professori è stato dato al lavoro di rinnovamento di molti Istituti di Suore Fran­cescane, allo scopo di stabilire un rapporto sempre più stretto e orga­nico con l'Ateneo. Il frutto di questo lavoro è rappresentato dalla presenza di altre Suore tra i professori, e della presenza in Segreteria di Suor Maria Cristina Lalli, delle Suore Stimmatine. Ad esse va rivolto un particolare ringraziamento.
  6. Dalla Segreteria alla Biblioteca. Durante l'anno scorso sono state spese complessivamente L. 11.723.605. Tra le opere più impor­tanti mi permetto segnalare: The Soncino Talmud (18 volumi), Midrash Rabbah (5 volumi), Storia dell'uomo moderno (12 volumi), Lessico universale Treccani (25 volumi), Gloria di Hans Urs Von Balthasar (8 volumi), The History of the Jewish People (2 volumi) di Schurer. Naturalmente, viene continuato soprattutto l'acquisto dei vo­lumi riguardanti le diverse collezioni già avviate. Purtroppo, per la biblioteca si pongono due essenziali problemi: la stabilità e il personale. L'impegno ammirevole del P. Diego Guidarini, non è sufficiente colmare i vuoti, perciò sono stato costretto a operare alcuni spo-tamenti tra gli « officiales ».
  7. Uno sguardo al personale. Il neo Presidente ha affidato al P. Stamm il compito del « censimento » del Collegio; un lavoro degno di encomio. Lo stesso Presidente poi ha stralciato dai dati i nomi dei professori che lavorano a servizio della Santa Sede. Ne è venuta fuori una intera pagina di nomi e di incarichi, che rappresenta la più convincente testimonianza della stima di cui i professori dell'Anto-nianum sono circondati, e del prezioso lavoro che essi svolgono per la Chiesa.

Bisognerebbe aggiungere anche i nomi di coloro che lavorano in altri uffici di notevole rilievo, quali l'Unione dei Superiori Generali, la Conferenza episcopale o la Conferenza dei Superiori maggiori, non­ché coloro che insegnano nelle altre Università Pontificie o in quella statale. Bisogna menzionare anche coloro che svolgono compiti deli­catissimi, che, per essere riservati, non possono essere resi pubblici. Molti professori hanno partecipato, tenendo relazioni scientifiche o di alta divulgazione a congressi e convegni. Tra i congressi di mag­giore rilievo, va menzionato quello internazionale mariologico e ma­riano, organizzato dalla Pontificia Accademia Mariana, aggregata all'l'Antonianum.

       8. Sempre nell'ambito del personale occorre ricordare:

  1. sono stati nominati professori emeriti il P. Guglielmo O'Connel e il P. Emanuele Chiettini;
  2. sono stati promossi: P. Atanasio Matanic a professore ordi­nario; i PP. Luis Glinka, P. Lazaro Iriarte, P. Frederic Manns e P. Mi­chele Piccirillo a professori straordinari;
  3. è stato promosso « aggiunto » il P. Smjljan-Dragan Kozul;
  4. abbiamo due nuovi professori: i PP. Cornelio Del Zotto e Ceslao Teklak;
  5. ha lasciato l'insegnamento il P. Moises Bravo.

      9.   Sempre nell'ambito dei professori, o del personale, bisogna segnalare:

  1. il P. José Gomez Gonzalez, ex alunno è stato nominato ve­scovo di Lugo in Spagna;
  2. il P. Agostino Amore è stato insignito della croce d'oro « prò Ecclesia et Pontifice »;
  3. va segnalato anche il riconoscimento a livello di nazioni o di commissioni internazionali dei nostri professori dello Studio Biblico di Gerusalemme;
  4. è tornato in Provincia, dopo oltre 30 anni di servizio nella biblioteca, il fr. Ildeberto Schmidt, che tutti abbiamo conosciuto e apprezzato.

10. Purtroppo, bisogna menzionare anche i defunti:

  1. Fra Tarcisio Terziari, addetto alla biblioteca degli Istituti;
  2. il prof. Carlo Tamberlani, professore all'Apostolicum fin dalla sua fondazione, che ha insegnato fino all'anno scorso ed ha lasciato alla nostra biblioteca tutto il prezioso materiale riguardante la sua teoria della « parola in atto », nella speranza che qualcuno possa pubblicarlo e raccoglierne l'eredità;
  3. gli ex professori P. Rodolfo Valcanover e P. Vitomiro Jélicic;
  4. ricordo anche il P. Redento Negretti, membro della Commis­sione internazionale per l'economia dell'Ordine e il P. Erminio Roncari, ex visitatore del Collegio di S. Antonio e attuale Segretario per le missioni.

11. Uno sguardo alle pubblicazioni:

  1. sono stati stampati gli atti del 3° corso sulle fonti france­scane e sono stati inviati a tutti i PP. Provinciali. Dagli Stati Uniti è stata avanzata la richiesta di traduzione in inglese: l'abbiamo con­cessa ben volentieri;
  2. negli Studia Antoniana sono stati pubblicati: Franciscus vir Dei del P. Leo Lajar e Conception de l'éducation chez Karl Marx et Antonio Gramsci del P. Ambrogio Nguyen Van Si;
  3. nella Bibliotheca Pontificii Athenaei « Antonianum », è stato pubblicato: L'oeuvre littéraire de Lucien Ceyssens sur le jansénisme et Vanti jansénisme devant la critique, del P. Isaac Vàzquez; in tal modo è stato reso un dovuto omaggio anche a un apprezzatissimo ex-professore
  4. nelle collane dell'Istituto pedagogico sono stati pubblicati:
  • Formazione degli insegnanti e innovazione educativa di Ro­berto Zavalloni e Matilde Parente;
  • La persona umana di Andrea Mercatali;
  • L'educazione religiosa degli handicappati di M. Gialleonardo;

     e.  nella collana dell'Apostolicum è stato pubblicato « La dignità dell'uomo alla luce della S. Scrittura a cura di B. Mariani.

Altre opere sono state pubblicate a cura di nostri professori, spe­cialmente del P. Roberto Zavalloni e del P. Gino Concetti.

Va segnalata anche la tesi del P. Dinko Aracic sul tema: La dot­trina mariologica negli scritti di Carlo Balie.

Molti articoli scientifici o di alta divulgazione sono stati pubbli­cati dai professori sia su « Antonianum » che su altre riviste.

  12.   Adesso presento in sintesi le statistiche riguardanti gli stu­denti. Durante l'anno scorso hanno conseguito i gradi:

  1. dottorato n. 6;
  2. laurea n. 8;
  3. licenza n. 29;
  4. baccalaureato n. 13;
  5. diploma n. 12;
  6. diploma alla scuola « Regina Apostolorum » n. 100

  13.  Attualmente — anche se in via provvisoria — abbiamo

a) iscritti ai gradi accademici n. 131 di cui:

n. 101 alla teologia (25 alla Sezione Biblica di Gerusalemme)

n.    1 al diritto canonico

n. 39 alla filosofia;

b) iscritti per il diploma n. 89;

c) straordinari ed uditori n. 52;

d) per la formazione permanente n. 28.

  14. Uno sguardo agli studenti presenti nel nostro Collegio. Complessivamente sono partiti 13, sono entrati 26. Purtroppo, però, mi tocca far presente che molti dei nuovi venuti sono iscritti ad Uni­versità diverse dall'Antonianum, anche per quelle facoltà che sono presso di noi, e che ci stiamo sforzando di qualificare sempre meglio. Si vede che le decisioni del Capitolo Generale e la lettera di Narni non hanno trovato una adeguata sensibilità nelle Province dell'Ordine.

Gli Studi affiliati

Una menzione particolare va fatta per i nostri Studi affiliati.

Come riconoscimento della serietà di impegno accademico e para-accademico, lo Studio Teologico di Verona ha ricevuto l'affiliazione in perpetuum (13-6-80). Esso ha aperto « una succursale » a Mantova, sotto forma di Scuola per la formazione dei laici; e si accinge a pre­parare anche una sezione di studi ecumenici.

L'affiliazione è stata rinnovata ad triennium anche per lo Studio Teologico di Bologna (30-8-80). Resta invece sospeso il rinnovo per lo Studio di Viterbo. Abbiamo però la richiesta di affiliazione da parte dello Studio teologico intercongregazionale di Torino. Le pra­tiche sono già avviate.

Per lo Studio di S. Salvatore a Gerusalemme, invece, si attende un rinnovo che preveda un più diretto rapporto con lo Studio Bi­blico della Flagellazione.

Su richiesta del Rev.mo P. Generale dei PP. Cappuccini, l'Istituto di spiritualità ha ricevuto il rinnovo ad biennìum (30-6-80).

Continuano a funzionare molto bene gli altri Studi affiliati, cioè quelli di Milano, Venezia e Bari.

E' in continua espansione la Scuola « Regina Apostolorum ». Men­tre va configurandosi sempre meglio la fisionomia specifica della Scuo­la di Teologia della Croce. I PP. Passionisti, si sentono sempre più legati all'Antonianum, come sta a dimostrare il fatto che essi orga­nizzano presso di noi convegni e seminari di studio.

A proposito degli Studi affiliati, all'art. 62, § 2 della costituzione «Sapientia Christiana » si legge: « E' vivamente raccomandato che gli Studi Teologici sia delle diocesi sia degli Istituti religiosi, siano affi­liati a una Facoltà di Sacra Teologia ». Per rispondere allo spirito e al dettato di questa prescrizione, allo scopo di favorire e potenziare la coordinazione degli Studi nell'Ordine, all'art. 44 dei nuovi Statuti si legge: « Ad mentem constitutionis "Sapientia Christiana" art. 62 § 2, Universitas Antoniana affiliationem Studiorum Philosophicorum ac Theologicorum Ordinis nostri caeterarumque Familiarum francisca-lium provehit. Item, relationes scientifìcas curn Studiis Academicis Ordinis et reliquarum Familiarum franciscalium fovet ». E' nostro vivo desiderio che questa prescrizione venga seriamente presa in conside­razione da tutte le Province. Da parte nostra, faremo ogni sforzo per attuarla.

La prospettive per il prossimo anno

1) Anzitutto, siamo in attesa dell'approvazione degli Statuti da parte della S. Congregazione per l'Educazione Cattolica. Dopo di che, si dovrà procedere alla preparazione e all'approvazione delle ordina­zioni e dei regolamenti per ciascuno dei settori dell'Antonianum.

2) A marzo del prossimo anno, scade il mio mandato di Rettore. La speranza è che il mio successore possa essere eletto già a norma dei nuovi Statuti.

3) Tra le ricorrenze più significative, mi permetto di segnalar­ne due:

  1. nel 1981 ricorre il 750° della morte di S. Antonio. Sto in con­tatto con i PP. Conventuali per celebrare insieme questa ricorrenza sia a Roma che a Padova;
  2. dal 29 settembre al 2 ottobre 1981 si svolgerà la prima parte del Congresso Internazionale per celebrare il centenario della nascita di S. Francesco. Il programma è già pronto. Il dépliant sarà in distri­buzione entro la fine di dicembre.

  4)  Devo anche informare che i RR.mi PP. Generali delle quattro Famiglie, durante la riunione tenuta allAquila nell'agosto scorso, han­no deciso di proseguire nello sforzo di giungere all'unica Università
Francescana.

Molte altre notizie dovrei aggiungere. Saranno pubblicate nel Li-ber triennalis. Anche se l'anno scolastico è già regolarmente avviato, con questo atto accademico intendiamo procedere all'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico 1980-81. Auguro di cuore buon lavoro a tutti. Soprattutto, auguro che si possa proseguire nello sforzo di potenziare sempre di più sia la comunione interna che i rapporti tra l'Ateneo e l'Ordine, tra l'Ateneo e le altre componenti della grande famiglia francescana. Che il prossimo centenario di S. Fran­cesco ci trovi realmente più fratelli, e, soprattutto, più francescani.

2.  Relazione del P. Luka Modric sui lavori della Commissione Sco-tista

Dopo  aver spiegato  le circostanze  storiche nelle  quali Giovanni Duns Scoto scrisse le sue opere, P. Modric ha detto:

Parliamo  innanzi  tutto  del  libro  II  della Lectura.  Già l'anno scorso, in questa stessa occasione, abbiamo comunicato che lo studio e la preparazione di questo materiale era ormai a buon punto e che bisognava pensare ad iniziare la sua composizione tipografica. Difatti le esigenze del nostro sistema di lavoro hanno creato la ormai lunga prassi di non aspettare che sia pronto per intero il materiale di un volume, ma di dare alla stampa quella parte che è definitivamente pronta e nel frattempo preparare il materiale restante. Delle 44 di­stinzioni, le prime tre si dovevano ancora perfezionare nei loro sin­goli elementi, mentre le dist. 4-32 non mostravano questa necessità; per il momento abbiamo lasciato da parte lo studio delle distinzioni 33-44. - Data questa situazione ci siamo decisi di dare gli ultimi ritocchi al materiale già studiato, cosicché a fine maggio abbiamo definitiva­mente ultimato il testo critico della prima distinzione e la prima parte della seconda.

Dopo aver ottenuto il permesso dalle supreme Autorità del no­stro Ordine verso fine di giugno abbiamo consegnato alla Tipogra­fia Poliglotta Vaticana le prime 133 pagine del testo scotiano. A metà ottobre la Tipografia ci ha restituito il testo composto: 103 pagine. In tal modo l'elaborazione del prossimo volume XVIII sta en­trando nella sua ultima fase; perciò, secondo le esigenze di una edizione critica, la nostra attenzione dovrà essere concentrata sui numerosi impegni di precisione; in altre parole, tutto il materiale finora studiato dovrà essere sottoposto ad un rigido controllo, e solo dopo potrà essere stampato.

In concreto, lo stato di preparazione delle 44 distinzioni è il seguente: il testo critico di Scoto dist. 1 e la prima parte della dist. 2 è già composto; attualmente stiamo terminando la revisione della seconda parte della dist. 2. Appena sarà finita, si passerà alla revi­sione della dist. 3. Invece le distinzioni 4-32 sono già quasi pronte per la stampa.

Quanto alle Fonti, cioè alle autorità che Scoto cita, e ai Testimo­nia, cioè alle note e alle nostre spiegazioni, esse procedono conte­stualmente con le singole distinzioni. Però vengono consegnate alla Tipografia solo dopo la composizione del testo scotiano.

Da quanto detto, risulta che ci rimangono ancora da studiare le ultime 12 distinzioni di questo secondo libro. Ma esse costituiscono una piccola parte dell'insieme, e poiché le rispettive fonti sono state già individuate, credo che la loro definitiva elaborazione non ci dovrebbe portare via troppo tempo.

Quanto alla preparazione del volume Vili, cioè delle distinzioni 4-44 della Ordinatio, bisogna dire che ci troviamo a buon punto. L'anno scorso in questa stessa occasione, abbiamo comunicato che la Commissione stava terminando le dist. 26, 27 e 28, ma non vi ci siamo soffermati. Quest'anno siamo in grado di parlarne, e lo fac­ciamo, sia pure brevemente e soltanto riguardo al testo critico.

Nella dist. 26 i diversi manoscritti e le edizioni riportano 5 brevi testi, che nella nostra edizione risulteranno interpolati. Inoltre, nella stessa distinzione finora c'era un testo, riportato come una aggiunta di dubbia autenticità; nella nostra edizione questo testo risulta au­tentico.

Una cosa simile si può dire della dist. 27, nella quale il Dottore Sottile tratta la questione se la grazia sia una virtù o no. Ci sono quattro testi che risultano interpolati.

Lo stesso caso si verifica nella dist. 28: Scoto vi tratta dell'errore di Pelagio ponendo la questione: « Utrum liberum arbitrium hominis sine gratia possit cavere peccatum mortale ». Sebbene si tratti di un problema piuttosto delicato anche nella vita pratica, i seguaci di Scoto non hanno avuto il coraggio di esprimere una forte reazione riguardo a questi problemi: hanno introdotto soltanto tre brevi testi interporali.

La dist. 29 risulta più pulita delle altre, poiché vi si trova un solo testo interpolato.

Passiamo alle altre distinzioni: nelle dist. 30, 31 e 32 Scoto tratta la dottrina del peccato originale. E come aveva fatto nella Lectura, così fa anche qui: unisce insieme le tre distinzioni dando una unica solu­zione. Bisogna però dire che ancora non abbiamo terminato l'esame di queste tre distinzioni: comunque la loro preparazione finirà tra poco. Per ora quello che possiamo e ci interessa di dire è che in tutte e tre le distinzioni si trovano soltanto 5 brevi testi interpolati.

Bisogna dire che con il testo critico delle dist. 26-32 abbiamo pre­parato anche le Fonti e i Testimonia. Questo lavoro unitamente a quello degli anni precedenti abbraccia le dist. 4-32. E' lecito affer­mare che il materiale per il volume Vili è per la maggior parte pronto. Naturalmente appena se ne avrà la possibilità, queste distin­zioni saranno sottoposte ad un rigido controllo, per poterle poi con­segnare alla stampa.

Tale è lo stato attuale dei lavori in corso. Da questa nostra rela­zione si possono dedurre alcuni argomenti per formulare delle previ­sioni: tutto fa pensare che il materiale della Lectura lib. II sia troppo vasto, per poter formare un unico volume; esso dovrà essere ripartito in due volumi (rispettivamente il XVIII e XIX). Per i motivi pratici, cercheremo di pubblicarli uno dopo l'altro: il XVIII dovrebbe vedere la luce entro il prossimo anno, dopodiché seguirà il XIX, ed in fine il volume VIII, cioè VOrdinatìo II dist. 4-44.

3. La prolusione del P. Atanasio Matanic

Bonaventura e Bernardino:   rapporto storico-ideale

Nel periodo della storia francescana, che va dalla morte di San Bonaventura (1274) alla morte di San Bernardino (1444), si ebbero due movimenti di riforma, degli Spirituali e degli Osservanti. Il primo scomparve dalla scena storica senza risolvere nulla, mentre il se­condo ebbe risultati invidiabili. Una delle cause principali perché il movimento detto « dell'Osservanza » ebbe tanto successo sta nel fatto che tale movimento fu legato, storicamente e idealmente, all'opera e al pensiero di San Bonaventura. E' la nostra tesi che cerchiamo di fondare il meglio possibile. La trattazione si articola in tre punti...

1.  Appuntì storiografici

In questi ultimi decenni sono stati pubblicati alcuni studi, arti­coli e volumi, che hanno messo in rilievo sia la personalità di San Bernardino, confrontandola con quella di San Bonaventura (Braca­loni, Ilarino da Milano, sia l'influsso di Bonaventura esercitato sul­l'andamento dell'Ordine e dei suoi problemi nel Trecento e nel Quat­trocento (Brengio, Lalo): vi è emersa la somiglianza caratterologica fra i due Santi, come anche la vicinanza di idee per quanto riguarda la vita e l'attività dei francescani.

2.  Puntualizzazione di alcuni problemi

Tali problemi si esprimono con tre grandi vocaboli: povertà, stu­dio e apostolato, in particolare il ministero della sacra predicazione.

Questi vocaboli e le realtà che essi esprimono furono poi talmente collegati che possono essere presentati in forme binomiche: povertà e studio, apostolato e studio, apostolato e contemplazione. La presenza dei rispettivi problemi disciplinari e più ancora spirituali insieme, è ben documentabile con l'aiuto delle fonti francescane del Quattro­cento, mentre per la rispettiva soluzione vi si cerca un continuo rial­lacciamento col Duecento francescano, sia citando direttamente i santi Francesco e Bonaventura sia facendo appello alle note dichia­razioni pontificie, che, come si sa, « canonizzarono » le posizioni e soluzioni bonaventuriane. L'autore della prolusione illustra i problemi e le rispettive soluzioni con l'aiuto della storia e delle fonti coeve.

3. Riflessioni conclusive

L'autore si chiede, anche a nome dei suoi ascoltatori e lettori: se le posizioni degli Osservanti quattrocenteschi e di San Bernardino siano loro esclusive ed originali, e, se la risposta dovesse essere nega­tiva, quale è allora il merito di San Bernardino al proposito?

La risposta è necessariamente articolata:

Si ammette, anzitutto, una relativa originalità sia di San Bernar­dino sia dell'Osservanza francescana, in quanto essi si inseriscono in una problematica propria a tutti i religiosi del tempo, specialmente ai cosiddetti Mendicanti. Tale problematica si acuì con la comparsa di due Giovanni, Wiclef e Hus, molto critici verso la vita religiosa in generale.

Ma non si rinnega il contributo personale di Bernardino, che seppe realizzare in se stesso la felice simbiosi di « vita e dottrina »: lo si afferma non aprioristicamente, ma su documentazione storica: i contemporanei compresi molti umanisti, ammiravano Bernardino degli Albizzeschi perché dotto e santo insieme.

In terzo luogo si evidenziano due princìpi dell'agire bernardi-niano in mezzo al mondo francescano: il principio della carità evan­gelica e il principio dell'autorità ecclesiale personificata nel Romano Pontefice. Le cose sono facilmente documentabili, ma specialmente è documentabile la convinzione personale di Bernardino. Il suo inse­gnamento e la sua opera a favore del francescanesimo del Quattro­cento superarono i limiti del tempo ed arrivarono fino a noi: lo ricor­diamo con ammirazione e riconoscenza!

4. Parole di conclusione del Rev.mo P. John Vaughn, Ministro Ge­nerale O.F.M. e Gran Cancelliere

Sono lieto di essere qui oggi per esprimere a nome di tutto l'Ordi­ne e mio personale, in qualità di Cancelliere, l'apprezzamento e la gratitudine al Padre Rettore, P. Gerardo Cardaropoli, ed a tutti i suoi collaboratori per il servizio che rendono alla Chiesa ed all'Ordine nostro attraverso la formazione culturale dei nostri carissimi studenti.

Come voi ben sapete il nostro Ordine ha sempre attribuito una importanza rilevante allo studio, creando una tradizione di pensiero della quale sono universalmente riconosciuti il valore ed i meriti, che ha dato una fisionomia culturale anche alla spiritualità france­scana ed al suo apostolato.

Il servizio reso in passato dallAteneo all'Ordine è evidente al Go­verno Centrale, infatti molti membri del Definitorio Generale, della Curia Generale, del governo delle varie Province sono stati cultural­mente formati qui.

Per quanto riguarda il contributo attuale dell'Ateneo alla vita culturale dell'Ordine ciò appare evidente dagli interventi che mi hanno preceduto: sia dalla relazione del Rettore, che dalle infor­mazioni fornite dal Padre Modric, circa i lavori in corso per l'edi­zione critica delle opere di Duns Scoto, come pure dalla interessante conferenza del P. Matanic.

Desidero congratularmi col Presidente della Commissione Sco-tista per il volume che sta per essere pubblicato e formulo i miei auguri per gli altri tre in stato di avanzata elaborazione. Vorrei anche esprimere il mio apprezzamento per il lavoro compiuto dallo Studio Biblico Francescano di Gerusalemme, parte integrante di questo Ateneo.

Negli anni scorsi si è verificato un significativo sviluppo degli Istituti dell'Ateneo. Molti studenti sono attratti da questi Istituti, che sono pertanto in condizioni fiorenti. In questo l'Ateneo ha mo­strato di sapersi evolvere per adattarsi alle esigenze dei tempi nuovi.

Il Governo Centrale dell'Ordine è impegnato a concretizzare le decisioni del Capitolo Generale di Assisi del 1979, come ha ribadito nella lettera di Narni. Ciò sarà possibile se l'Ateneo continuerà l'opera di evoluzione e di crescita per rispondere meglio alle attuali esigenze delle Province dell'Ordine, che, come voi ben sapete, sono profondamente cambiate negli ultimi anni. Come Cancelliere mi impegno a fare tutto il possibile per appoggiare e sostenere questa evoluzione per poter più validamente rispondere alle attuali necessità delle Pro­vince, dell'Ordine e della Chiesa. Grazie.

5. P. Augustinus Amore a Summo Pontifice decoratur

Die 11 mensis Octobris 1980 Summus Pontifex Ioannes Paulus II Augustae Crucis insigne « Pro Ecclesia et Pontifice », egregia opera studioque conspicuis praecipue constitutum, R. P. Augustino Amore decernere et largiri dignatus est.

Singularis faustique eventus notitiam magno cum gaudio susce-pimus et chronicis nostris mandamus, quippe quod honorificentia clarissimi Professoris meritis elargita et Pontificii Athenaei Antoniani vergit in honorem. Pater enim A. Amore abhinc quadraginta annis, sive qua alumnus sive qua professor, Àthenaeo nostro iugiter devincitur, in quo et Decani, Studiorum Praefecti Rectorisque Magnifici offichs functus est, eiusque, qua par est, augendo decori « egregia opera studioque » prae primis insudavit ac insudat.

P. Amore anno 1916 in oppido Lentini, Syracusanae provinciae, na-tus est; dein, in Urbe triplicem adeptus est Doctoralem Laureami in S. Theologia nempe (1944), in Archaeologia Christiana (1948), in Lit-teris denique Classicis (1956). In Facultate Theologiae huius Athenaei Historiae Ecclesiae Antiquae cathedram regit; Patristicam et docet; lectiones insuper Liturgiae aliquando tradebat. Magnis collectionibus, quibus tituli sunt: Enciclopedia Cattolica, Bibliotheca Sanctorum et Lexikon fur Theologie und Kirche, opus contulit non exiguum qua redactor unius alteriusve Sectionis vel qua collaborator. Annis 1958-1966 periodicum Antonianum sollerter moderatus est.

Sexcentae sunt eius de re hagiographica disquisitiones in ephe-meridibus, encyclopediis ac libris evulgatae. Ut de aliis taceam, me-minisse iuvabit recens eius opus / Martiri di Roma (Romae, Anto­nianum, 1975), in quo quidem « non è difficile, anche a un primo, fugace sguardo, rilevare le caratteristiche e i pregi...: la chiarezza del­l'esposizione e del quadro generale dell'opera; la profonda conoscenza di ogni sussidio che possa contribuire alla scoperta della verità; l'amore all'argomento trattato, non soffocato certo dalla severità dello storico, che non risparmia tagli e sorprese » (epist. I. Benelli, Subst.

Secret. Status S.S. die 27.10.1975 ad Rectorem H. Betti data). Quibus verbis cohaerent fere unanimiter in re hagiographica peritorum iu-dicia (cf. Rivista di archeologia cristiana 51 [1975] 365-368; Nouvelle revue théologique 98 [1976] 643-644; Analecta bollandiana 95 [1977] 180-182).

Praeter hos litterarios labores, qui quidem Ecclesiae utilitati cedunt, P. Amore abhinc 20 annis in Dicasteriis Romanae Curiae egre-gium praestat servitium. Extitit namque Consultar Sectionis Histori-cae in S. Rituum Congregatione, Consultar Consilii ad exequendam Constitutionem Liturgicam, Praeses Coetus VI prò lectionibus hagio-graphicis, Sub-Promotor Fidei adiunctus in S. Rituum Congregatione, Membrum Commissionis Archaeologiae Christianae, ac tandem, die 13.5.1975 a Secretaria Status S.S. nominatus est Relator Generalis Officii Historici-Hagiographici penes S. Congregationem prò Causis Sanctorum, quo in munere « fideliter ac devote », prout S.P.N. Fran-ciscus fratribus commendabat, modo laborare non desinit.


 


 


 


 


 

 

 


 
 
 
 
 
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