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Recensione: Rudolph Schnackenburg, Il messaggio morale del Nuovo Testamento. Da Gesù alla chiesa primitiva voi. I ; Id., Il Messaggio morale del Nuovo Testamento. I primi predicatori cristiani voi. II

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: Rudolph Schnackenburg, Il messaggio morale del Nuovo Testamento. Da Gesù alla chiesa primitiva voi. I ; Id., Il Messaggio morale del Nuovo Testamento. I primi predicatori cristiani voi. II , in Antonianum, 66/2-3 (1991) p. 438-439 .

I due volumi che presentiamo, sono una tappa fondamentale in quella ricerca interdisciplinare odierna, che, dopo il Concilio Vaticano II, ha fatto sentire non solo la sua opportunità, ma anche la sua necessità. Troppo separate in comparti­menti stagno erano in passato le discipline teologiche; soprattutto il loro legame con l'esegesi biblica era scarso e superficiale. Oggi questo dialogo si è rafforzato e in certo qual modo ufficializzato, anche se ancora tanto da fare vi è da parte del teologo che vuole giustificare onestamente l'aggettivo di cristiano apposto al suo pensiero dogmatico o morale. Certo, anche il biblista ha il dovere di sentirsi parte in causa nella produzione teologica e non deve isolarsi in una sua «turris ebur­nea», tuttavia i teologi, in particolare i moralisti, che di loro si parla qui in parti­colare, devono trarre le conseguenze da quell'affermazione conciliare: «la Sacra Scrittura è come l'anima della teologia» {Dei Verbum 24).

A queste necessità viene incontro l'opera eccellente dello S., la cui rigorosa e autorevole preoccupazione teologica e scientifica, ha percorso una lunga strada prima di arrivare a questa terza edizione, esclusiva per l'Italia e quindi apparsa per ora solo in italiano. Ma con tale lavoro si è di fronte ad una vera e propria nuova opera, rispetto al lontano scritto, apparso nel 1954 in una collana dal titolo «Manuale di teologia morale». Come spiega l'autore stesso nella prefazione, molta strada ha fatto la ricerca esegetica da allora, molto più articolati e proble­matici sono diventati gli studi e i risultati delle indagini nel campo biblico. Biso­gnava rifondere tutta la materia e ripresentarla aggiornata, senza però perderne di vista la finalità: ricercare e stabilire il carattere peculiare e fondativo del mes­saggio morale del Nuovo Testamento. È proprio questa prospettiva, che fa sì che l'opera non si trasformi, come sembra a tutta prima, in un'aggiornata «teologia del NT». Difatti, mentre si scorre il libro, là dove una semplice «teologia» avrebbe richiesto un particolare approfondimento di alcuni dati, FA. ci fa accorti che stiamo leggendo un'opera monografica e tematica ben definita: altre cose le po­tremo trovare in altri studi.

In forza di questo suo progetto, lo S. sviluppa nell'introduzione del primo vo­lume un interessante discorso circa il senso e la legittimità di una ricerca sull'etica neotestamentaria. Questa non può essere relegata dai teologi morali a pura espressione parenetica di massime e norme morali dettate dalla fede, che non troverebbero spazio in un'argomentazione razionale qual è il discorso teologico. Tutta la letteratura neotestamentaria è invece un modo di entrare in dialogo con l'ethos razionale del tempo, sia esso pagano o più ampiamente umano, come fa s. Paolo nei primi capitoli della lettera ai Romani. Piuttosto, la peculiarità e il carat­tere paradigmatico dell'etica neotestamentaria ai fini di una teologia morale cristiana, si concentrano e si basano esclusivamente sulla persona di Gesù e sulla te­stimonianza autorevole su di lui che le prime generazioni tramandano. Il resto è appunto tentativo di fare teologia morale, in armonia con i tempi, così come si pretende da una ricerca raziocinante e storica.

Proprio il carattere storico del materiale neotestamentario, spinge lo S. a scindere in due parti il discorso sull'etica proclamata da Gesù e su quella della chiesa primitiva. Egli conosce e non sottovaluta i risultati dell'esegesi che portano a vedere quanto peso abbia avuto la predicazione primitiva nel mediare la tra­smissione del dato storico oggettivo Gesù di Nazaret. E tuttavia, egli è convinto che si possa e si debba continuare a credere nella possibilità di ricostruire gli ele­menti storici dell'apparizione di Gesù. L'intenzione dello S. è teologicamente e scientificamente corretta, anche se lo stato delle cose rende ardua l'operazione. Così che, se il criterio da lui difeso è condivisibile, tuttavia, lo sviluppo della prima parte circa «le esigenze etiche di Gesù», è ancora lo sciorinamento, aggiornato bi­bliograficamente e sistematicamente ben articolato, di una lezione tradizionale.

La seconda parte del primo volume si preoccupa, sempre in modo magistrale e articolato, di coprire l'arco storico che va dalla morte-resurrezione di Gesù al momento che precede le sistemazioni degli autori del Nuovo Testamento. L'etica di questo periodo, promana da un'atmosfera accesa e variegata pullulante di vita e di pensiero; è la fase in cui cominciano a nascere e a sedimentarsi tradizioni li­turgiche e dottrinali sullo sfondo di.una storia concreta, ideologicamente determi­nata (l'attesa della parusia e il confronto costante con la società giudaica e gen­tile).

Il secondo volume dell'opera si occupa ampiamente delle varie teologie del NT. Anche qui è un pò difficile distinguere la particolare angolazione della tratta­zione dello S. da quella di una normale «teologia del NT». Tuttavia, egli ce lo ri­corda spesso, facendo notare i punti che una «teologia» svilupperebbe e che egli invece si risparmia data la finalità dell'opera. Ma tutto sommato, la suddetta im­pressione è dovuta con ogni probabilità proprio alla natura del pensiero teologico neotestamentario, lontano dalle cattedre accademiche e profondamente immerso nel tessuto sociale con il quale si confrontava e al quale voleva proclamare i prin­cipi della «via della vita».

La trattazione si apre con Paolo. In essa, per motivi sistematici più che cro­nologici, viene inserita anche la letteratura deuteropaolina. Una novità di questa edizione è l'ampio sviluppo dello studio sui sinottici. Viene poi affrontata la teo­logia di Giovanni, nella quale lo S. è particolarmente competente; seguono il pen­siero di Giacomo e, in unico capitolo, quello di altri «predicatori protocristiani»: lettere di Pietro, Ebrei, Giuda e Apocalisse.

Un riepilogo con le prospettive aperte dall'A., chiude questa grande e lode­vole fatica. Dallo studio fatto, emergono delle idee fondamentali che possono es­sere utili al ripensamento odierno del messaggio etico del NT: la concezione del­l'uomo come soggetto morale, il suo rapporto con il mondo come luogo nel quale esercitare le scelte morali e il legame con la comunità ecclesiale, come spazio nel quale si attua l'esistenza cristiana.

 


 



 
 
 
 
 
 
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