Papez Viktor ,
Recensione: UGO COLOMBO SACCO, Giovanni Paolo II e la nuova proiezione internazionale della Santa Sede 1978-1996,
in
Antonianum, 73/1 (1998) p. 181-182
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L'Autore nel suo saggio offre una visione sistematica e panoramica della nuova proiezione internazionale della Santa Sede esponendo sistematicamente i contenuti e le novità del pensiero di Papa Giovanni Paolo II nella realtà internazionale. Negli ultimi decenni la Santa Sede ha assunto un ruolo più aperto ai problemi concreti della società e degli individui, abbandonando una posizione difensiva dei propri diritti e coinvolgendosi più direttamente alla creazione di un nuovo ordine sociale e politico di dimensione mondiale. Un impulso decisivo in questa direzione viene da Giovanni Paolo II, promotore di una nuova proiezione internazionale della Santa Sede. In sostanza il presente libro «si propone di analizzare l'evoluzione, nei trascorsi 18 anni, del magistero della Santa Sede sulla politica internazionale, nonché le sue indicazioni per lo sviluppo progressivo del Diritto Internazionale contemporaneo» (p. XIV).
La prima parte dell'opera è dedicata alla presenza dell'attuale Pontefice e della Santa Sede nella comunità internazionale. Nel suo primo discorso al corpo diplomatico (20-10-1978) il Pontefice espose il suo pensiero sulla futura azione della Chiesa in seno alla comunità internazionale, azione che toccherà soprattutto il rispetto dei valori specifici, delle tradizioni e dei diritti di ogni nazione nonché i diritti della persona umana. La Chiesa non può desinteresarsi del bene e del progresso concreto dei popoli; il messaggio evangelico si deve incarnare nella realtà internazionale.
L'insegnamento della dottrina sociale della Chiesa fa parte di questo messaggio evangelizzatore. Con le sue tre encicliche sociali (Laborem exercens 1981; Sol-licitudo rei socialis 1987; Centesimus annus 1991) affronta i problemi molto complessi del lavoro che riguardano anche le relazioni internazionali e gli aspetti economici, politici e culturali. Ogni sistema economico può essere legittimo se assume un volto umano e promuove lo sviluppo dei popoli. Il rinvigorimento della diplomazia della Santa Sede, voluto dal Papa, non rappresenta soltanto uno strumento di comunione con le Chiese particolari, ma riguarda anche la soluzione dei problemi della pace, della giustizia e dello sviluppo dei popoli. In questo senso il Pontefice ha dato un rilevantissimo impulso all'azione degli Episcopati in campo internazionale (CCEE; CELAM; SCEAM; FABC; Sinodi età), al ruolo internazionale del laicato cattolico, all'ecumenismo e alla collaborazione interreligiosa a sostegno dei diritti umani e della pace internazionale. La Santa Sede con le sue numerose trattative, interventi e mediazioni nella politica internazionale è «oggi l'unica istanza giuridica in grado di presentarsi come ponte tra primo, secondo, terzo e quarto mondo e ad avere uno spazio di azione di dimensioni planetarie» (p. 46).
La seconda parte del libro invece tratta degli orientamenti di Giovanni Paolo II per lo sviluppo della Comunità Internazionale che è molto complessa e tocca praticamente tutti aspetti della vita dell'uomo e della società; specialmente il tema della promozione e tutela dei diritti umani è diventato centrale nella politica internazionale del Pontefice. L'universalizzazione dei diritti umani dipende in gran parte dalla capacità dei paesi sviluppati di fare «il salto di qualità morale che permetta di cambiare le strutture che mantengono una moltitudine di persone in una condizione di estrema emarginazione». La sollecitudine particolare della Chiesa riguarda l'istituto della famiglia e la protezione dei suoi diritti, il diritto della donna in campo lavorativo, il diritto alla salute riproduttiva, il diritto all'obiezione di coscienza, il diritto alla vita e alla qualità della vita condannando l'odierna banalizzazione della morte, i diritti dei rifugiati e degli sfollati che sono vittime di errate politiche economiche e disastri naturali. Nel suo famoso discorso alla 50 Assemblea Generale delle NU nel 1995, Giovanni Paolo II sottolinea che occorre considerare attentamente l'assenza di un accordo internazionale che affronti in modo adeguato i diritti delle nazioni che debbono soddisfare sia alle esigenze della «particolarità» che a quelle dell' «universalità» delle nazioni. L'elaborazione dei diritti delle nazioni potrebbe agevolare un crescente ruolo dell' ONU nei rapporti tra le nazioni.
La Chiesa con l'attuale Pontefice è sempre più presente nel mondo della cultura e nella promozione della pace mondiale. Il Papa Giovanni Paolo II «ha profondamente scosso la dottrina classica, che ammetteva la liceità della guerra di difesa» affermando che la dottrina della guerra di difesa è solo una «extrema ratio», che richiede di esperire prima tutte le possibilità diplomatiche offerte (p. 89). Con fermezza egli ribadisce la concezione biblica dell' «opus iustitiae pax». La pace è soprattutto frutto della giustizia e del rispetto dei diritti umani. Il Pontefice ha contribuito inoltre all'ulteriore maturazione dell'ammissibilità dell'ingerenza umanitaria forzata e delle condizioni per un tale intervento che mira alla difesa delle popolazioni, al disarmo dell'aggressore e allo stimolo ad una soluzione pacifica mediante i negoziati. «L'autorità del diritto e la forza morale delle più alte istituzioni internazionali sono i fondamenti su cui riposa il diritto d'intervento» (Messaggio di Giovanni Paolo II, 1.3.1993). La Santa Sede per promuovere lo sviluppo dei popoli propone nuovi approcci etici per i mercati finanziari, debito pubblico e le relazioni economiche internazionali.
A questo ricco contenuto del libro sono annessi la bibliografia essenziale (fonti, letteratura) e tre documenti del Pontefice: Centesimus annus, Tertio Millennio Adveniente e il discorso del Papa nelle NU il 5 ottobre 1995.
La presente opera, offrendo uno sguardo panoramico e sintetico, sarà utile per tutti quelli che si interessano della presenza e della attività internazionale della Santa Sede e personalmente del Papa Giovanni Paolo II.
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