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Recensione: FLORENTINO GARCÌA MARTÌNEZ-JULIO TREBOLLE BARRERÀ, Gli uomini di Qumran. Letteratura, struttura sociale e concezioni religiose

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: FLORENTINO GARCÌA MARTÌNEZ-JULIO TREBOLLE BARRERÀ, Gli uomini di Qumran. Letteratura, struttura sociale e concezioni religiose , in Antonianum, 72/3 (1997) p. 498-500 .

Più il tempo passa e più ci si accorge di quanto grande sia stata in questo se­colo la scoperta dei manoscritti di Qumran. Certo non nel senso della cultura mass­mediatica odierna, alla ricerca di sensazioni forti e fuorvianti, ma in un senso più vasto e più profondo insieme, per gli addetti ai lavori non meno sconvolgente.

Di questo, ma anche di questioni critico-letterarie, storiche e più strettamente bìbliche, tratta questa raccolta di saggi, fatta da due rinomati studiosi di lingua spa­gnola, i quali fanno il punto sul problema Qumran allo stato attuale delle ricerche. La natura assemblativa del libro, il quale contiene saggi e conferenze per varie cir­costanze, non può evitare frequenti ripetizioni, ma nell'insieme si è creata un'opera sistematica, che introduce compiutamente all'argomento.

Diamo un elenco dei contributi, suddivisi in tre sezioni:

Prima Parte: Gli uomini della comunità di Qumran

  • F.G.M., I manoscritti del Mar Morto
  • J.T.B., Le scoperte di Qumran senza intenti scandalistici
  • F.G.M., Gli esseni di Qumran tra i comandamenti della legge e la soluzione apocalittica

  • F.G.M., Le origini del movimento esseno e della setta di Qumran

Seconda Parte: Bibbia, purità, speranza messianica

  • J.T.B., Bibbia e interpretazione biblica a Qumran
  • F.G.M., I confini del genere biblico a Qumran
  • F.G.M., Il problema della purità: la soluzione qumranica
  • F.G.M., Attese messianiche negli scritti di Qumran

Terza Parte: Qumran e le origini del cristianesimo

  • F.G.M., I manoscritti di Qumran, Gesù Cristo e le origini del cristianesimo
  • J.T.B., I testi di Qumran e il Nuovo Testamento
  • F.G.M., La correptio fraterna a Qumran e Mt 18,15-17

Come si può notare, il processo sistematico del libro si svolge secondo tre am­biti: a) quello che riguarda il fenomeno di Qumran, la sua storia e la sua letteratura, in se stesso; b) il rapporto tra la letteratura qumranica e il testo biblico veterotesta­mentario; e) l'eventuale relazione tra Qumran e il cristianesimo.

Secondo Garcia Martinez, la comunità di Qumran non è sovrapponibile a quella dell'essenismo, ma ne è una derivazione del II sec. a.C. L'autoemarginazione del gruppo, ha condotto ad un sistema di vita proprio, riflesso negli scritti trovati nelle famose grotte, le quali, oltre a quasi tutti i testi dell'AT, contenevano com­mentari biblici (pesharìm, o commenti attualizzanti), composizioni non bibliche, co­me i Hodaiot o Inni, e i documenti veri e propri riferentisi alle dottrine e alla strut­turazione della vita comunitaria (Codice di Damasco, Regola della comunità, Re­gola della guerra, Rotolo del Tempio). Tutto questo tesoro documentario giace in uno stato disperante di frammentazione, talora minuscola all'inverosimile; tuttavia, molto materiale è stato interpretato ed edito, ora con qualche notevole sorpresa a riguardo del testo biblico, ora, invece, senza sostanziale novità. Nonostante la sua separazione, il gruppo qumranico non era differente dai diversi raggruppamenti che costituivano la galassia giudaica dell'epoca di Gesù: le loro concezioni si alta­lenavano tra aspettative apocalittiche e questioni esasperate di purità, com'era in voga tra i vari gruppi, dei quali i più celebri erano i sadducei e i farisei. Ma quel che è rivoluzionario nelle scoperte di Qumran, è proprio questa vasta documentazione di prima mano su di un'epoca che in passato veniva interpretata sulla base dei soli Giuseppe Flavio, Filone e del posteriore giudaismo rabbinico, cioè di quella corren­te che s'imporrà in seguito, dopo la distruzione del 70 d.C.

Riguardo ai rapporti della comunità di Qumran con Giovanni Battista, con Gesù e i primi cristiani, non c'è bisogno di supporre né un rapporto genetico né una contiguità fisica. La conoscenza più ampia che abbiamo ora di quell'epoca, ci permette di non meravigliarci se il cristianesimo primitivo aveva delle idee parzial­mente simili a quelle di Qumran: era lo spirito del tempo. D'altra parte, il confron­to tra le due dottrine, permette anche di stabilirne le sostanziali differenze, anche se l'esame che conduce in proposito il Trebolle è talora troppo apologetico e al­quanto discutibile (pp. 325-350).

Un indice dei testi di Qumran chiude questo libro maneggevole ed esauriente da consigliare a tutti coloro che desiderano un'informazione seria ed aggiornata.

 



 
 
 
 
 
 
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