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Revista Antonianum
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Foto Matanic A.G. , Recensione: RAOUL MANSELLI, NOS qui cum eo fuimus. Contributo alia questione francescana, in Antonianum, 56/2-3 (1981) p. 496-498 .

Con questo volume il prof. Manselli presenta con piü esauriente ela-borazione una sua idea giá da tempo concepita (cf. di lui: « Nos qui cum eo fuimus». Saint Frangois et le témoignage des trois compagnons, in Archivio di Filosofía, Roma 1972, 505-516; anche Coll. franc. Bibliographia,vol. XIII, n. 654). L'opera è organizzata in tre parti piuttosto disuguali: Le fonti francescane e le loro forme, Le pericopi con « Nos qui cum eo fuimus », Francesco d'Assisi nel ricordo dei compagni. Il volume si chiude con l'elenco bibliografico e con gli indici dei testi analizzati e delle per­sone e dei luoghi.

Prima di passare alla seconda parte, cioè alla discussione critica del rapporto fra le pericopi prese in considerazione e con l'intento di iden­tificare possibilmente il testo o i testi più antichi, l'autore dice: « Ci pro­poniamo di fare nella seconda parte del nostro lavoro, che consisterà in rigorosi confronti, in un esame critico senza cedimenti, nel solo intento di chiarire un punto, rimasto finora in ombra, non tanto della "questione francescana", quanto delle uniche testimonianze che formalmente ci si presentano come di coloro, che con Francesco vissero ed operarono » (p. 55).

Le fonti così confrontate sono: Legenda Perusina (= Compilatio As-sisiensis), Speculum perfectionis (in due redazioni) e la Vita secunda del Celanese. E' importante leggere certe conclusioni dell'autore (pp. 238-247). 'gli propende ad affermare, se l'abbiamo bene capito: primo, che la rmula « Nos qui cum eo fuimus » sia una garanzia che si tratti di « ip-sissìma verba » dei compagni di San Francesco (chi e quanti furono non importa molto); secondo, che le risp. testimonianze ci offrono un preciso « ritratto » morale di San Francesco (da qui la terza parte del volume, del resto molto bella).

Spetterà agli studiosi di giudicare: primo, quanto, con questo volume, il Manselli abbia contribuito alla soluzione della nota « questione fran­cescana »; secondo, se siamo davvero di fronte alle testimonianze non de­formate né manipolate né arbitrarie (la fonte comune e più antica resta sconosciuta); terzo, se quelle fonti ci offrano davvero un «ritratto» ge­nuino ed integrale del Padre Francesco. Sarebbe troppo bello, crediamo, se le risposte a questi interrogativi fossero tutte positive ed affermative.

Vorremmo concludere con due osservazioni molto personali che po­trebbero essere utili per ulteriori indagini sull'argomento: primo, è inte­ressante che nella tradizionale Legenda trium sociorum non ricorre mai la nostra frase « nos qui cum eo fuimus », mentre, sembra, ci si aspette­rebbe; ciò potrebbe significare che questa Legenda va ben distinta da quelle fonti in cui la frase in parola ricorre; secondo, crediamo che sarà possibile dimostrare che la frase « nos qui cum eo fuimus » provenga dagli atti perduti del processo di canonizzazione di San Francesco; nel caso affermativo avremmo una non trascurabile pista di ricerca di quella preziosa e perduta fonte. A quest'idea, riguardante il processo di San Francesco, ci induce la lettura del noto processo di canonizzazione di Santa Chiara: le monache ivi testimonianti venivano spesso interrogate come sapessero certe cose, ed esse rispondevano di affermare quanto da loro visto o sentito personalmente: « perché furono con lei » (con Santa Chiara) o « perché furono presenti » (e frasi simili; cf. Z. Lazzeri, II processo di canonizzazione di S. Chiara d'Assisi, in Arch. frane, histor., 13,  1920, 403-507).


 


 
 
 
 
 
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