Inizio > Pubblicazioni > Carbajo-Núñez Mercoledì 24 dicembre 2025

Informazione sulla pubblicazione:
Intelligenza artificiale e privacy familiare, (24.12.2025), (39)

 
 
 
 
Foto Carbajo-Núñez Martín , Intelligenza artificiale e privacy familiare, (24.12.2025), (39), in Blog: www.cssr.news, 39-IT (2025) p. 2 .

Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA) sta aumentando il comfort della vita familiare, ma al tempo stesso introduce nuove forme di sorveglianza domestica che possono, in alcuni casi, limitare l’autonomia decisionale dei suoi membri.

1. Il paradosso della “casa intelligente”

I dispositivi collegati all’Internet delle cose (Internet of Things, IoT), come gli assistenti virtuali (Alexa, Google Home, Siri), le telecamere di sicurezza, gli elettrodomestici intelligenti e i giocattoli interattivi, stanno trasformando l’ambiente familiare in una “casa intelligente”. Queste tecnologie offrono maggiore comodità ed efficienza, ma comportano anche rischi significativi per la privacy della vita familiare.

Questi dispositivi raccolgono in modo continuo dati sulle routine, le abitudini, le conversazioni e le preferenze dei membri della famiglia. Tali informazioni possono essere successivamente utilizzate per personalizzare la pubblicità, influenzare l’accesso a polizze assicurative o fungere da prove in eventuali controversie legali. Nel 2023 Amazon ha riconosciuto di aver utilizzato le registrazioni di Alexa per addestrare modelli di IA, anche dopo che alcuni utenti ne avevano richiesto la cancellazione.
 

2. L’uso dell’IA per prevedere le dinamiche familiari

Le conclusioni generate dai sistemi di IA non sono necessariamente oggettive o neutrali, poiché dipendono dal modo in cui tali sistemi sono stati addestrati e dai criteri adottati per definire ciò che costituisce una vita familiare “normale”.

Alcuni servizi sociali, istituzioni giudiziarie e operatori sanitari hanno iniziato a utilizzare algoritmi per analizzare le dinamiche familiari, le abitudini di consumo, i modelli di geolocalizzazione e l’attività sui social media, al fine di prevedere rischi come la trascuratezza dei minori, la rottura coniugale o l’instabilità economica. Sulla base di tali dati, questi sistemi possono classificare le famiglie in base al loro livello di “stabilità”, influenzando così l’accesso a benefici sociali, prestiti bancari, mutui o assicurazioni personali.

Tali pratiche sollevano gravi questioni etiche. I modelli di IA possono etichettare erroneamente alcune famiglie come “ad alto rischio”, perpetuando pregiudizi strutturali, stereotipi sociali e discriminazioni di classe, di genere o etniche. Un esempio noto si è verificato nei Paesi Bassi, dove un algoritmo segreto, basato su criteri discriminatori, ha accusato ingiustamente migliaia di famiglie di frode fiscale. Negli Stati Uniti, strumenti come eScore sono stati a loro volta accusati di fare affidamento su dati potenzialmente discriminatori per valutare l’affidabilità creditizia delle famiglie.

Inoltre, molte applicazioni di controllo parentale utilizzano l’IA per monitorare i messaggi e le attività online degli adolescenti. Sebbene siano commercializzate come strumenti di protezione, spesso generano sfiducia tra genitori e figli e rendono sfumato il confine tra cura educativa e sorveglianza invasiva. Applicazioni come Bark o mSpy, che integrano funzioni di riconoscimento vocale e geolocalizzazione, possono essere facilmente utilizzate per esercitare un monitoraggio occulto all’interno della casa.
 

3. Conflitti familiari e profilazione algoritmica

Gli strumenti di IA possono individuare schemi e dinamiche familiari analizzando numerose fonti, come i social network, gli articoli di stampa, gli atti giudiziari e altri documenti pubblici relativi a conflitti coniugali, procedimenti di divorzio o cause di affidamento dei minori. Possono inoltre elaborare fotografie, video e messaggi digitali condivisi da soggetti esterni al nucleo familiare.

Anche quando i contenuti sono già pubblici, l’IA può amplificarne la diffusione ben oltre il contesto originario. Elaborando grandi volumi di dati, i sistemi di IA possono ricostruire profili familiari dettagliati, potenzialmente stigmatizzanti.

Alcuni modelli algoritmici possono persino generare contenuti giornalistici sensazionalistici estraendo dati dagli atti giudiziari, senza garantire un’adeguata protezione dei minori coinvolti.
 

Conclusione

La rapida espansione dell’intelligenza artificiale sta trasformando la casa in uno spazio più confortevole, ma anche in un luogo di sfruttamento economico e di intrusione tecnologica. I dispositivi progettati per semplificare la vita familiare, come elettrodomestici, veicoli, sensori e assistenti digitali, fanno ormai parte dell’Internet delle cose (IoT), una rete che raccoglie e scambia costantemente dati. Di conseguenza, anche gli ambiti più intimi della vita domestica possono essere trasformati in preziose fonti di informazione a fini commerciali.

La tutela della privacy familiare, in particolare la protezione dei minori, deve prevalere sugli interessi commerciali o sui vantaggi informativi. Sono necessarie normative rigorose per proteggere la sfera domestica da intrusioni tecnologiche indesiderate, definendo chiaramente zone digitali protette in cui le relazioni familiari possano svilupparsi senza sorveglianza e quantificazione.
 
Martín Carbajo-Núñez, ofm
 
 
[1] These paragraphs are based on our article: Carbajo-Núñez Martín, «Family privacy and Artificial Intelligence», in Studia Elbląskie 26 (2025) 363-377.



 
 
 
 
 
 
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